Posts written by Hell@

view post Posted: 7/9/2013, 13:22 Hello~ ! - Benvenuti!
♥ Benvenutissimo tra di noi! Spero vivamente in una tua permanenza piacevole all'interno del gdr e, come già ribadito dai *colleghi*, non esitare a chiedere qualunque cosa -pure un rene- se dovessi aver bisogno!
:love: AdoVo quando giungono nuovi utenti!
view post Posted: 7/8/2013, 17:23 Un nuovo rompiballe - Benvenuti!
-_- Così fai capire che sono una molesta stalker che assilla le persone! <........> ODDIO lo sono sul serio! :wub: Ma intanto benvenuto, attendiamo solo settembre per riprendere in pieno regime il gioco *ç*
view post Posted: 1/5/2013, 11:27 Ciao *_* - Benvenuti!
*_* La Sis già mi aveva anticipato la cosa (ma ovviamente io devo fare la scrausa che arriva ultima)...benvenutissima tra di noi! [parte musichina a random], come già detto dalle colleghe precedentemente...siamo qui in caso avessi bisogno d'aiuto, per qualunque cosa!
view post Posted: 1/5/2013, 11:25 Salve... - Benvenuti!
Benvenuta tra noi! Sul fatto che tu non sia brava o meno, ti assicuro che questa non è la cosa più rilevante perchè.. l'essenziale, in un gdr, è divertirsi. Da cosa poi nasce cosa, dicono :tanf:
Anyway, se avessi bisogno di qualunque spiegazione o altro non esitare a contattare me o gli altri membri dello staff (Senza dimenticare che anche i nostri utenti sono, non solo molto più competenti dello stesso staff a volte, ma anche ben disposti ad aiutare i nuovi arrivati *°*)
:MHMH: Tantissimi chu da parte mia, intanto!
view post Posted: 28/1/2013, 14:04 Ariel - LadYuna's Diaries
Un mesetto fa...
[il giorno preciso non lo ricordo O_o , ahimè, per impegni delle player il post ha richiesto un sacco ma, almeno, siamo riuscite a terminarlo! Un plauso per noi!]

Ariel:
[Fa...decisamente troppo freddo. Valuta persino che potrebbe rintanarsi in qualche locale, tanto che c'è perchè.. nel momento in cui sei in cerca di qualcosa di specifico, teoricamente, non importa poi molto se tu cerchi per strada o tra quattro mura. E' una questione di fortuna. "Fortuna" da mettere tra un sacco di virgolette, perchè di fortuna a dire il vero ce ne è assai poca in questa storia. Stringe le braccia al petto, infreddolita dalla temperatura gelida che c'è ormai di prassi a Shadows, specialmente di Notte. C'era realmente un tempo in cui lo sopportava meglio il freddo. Tra i brividi per il freddo, e il caldo per la febbre..finirà per anticiparsi l'andare nella tomba, se lo sente. Devia per una strada secondaria e conclude di non riuscire a resistere poi quanto credeva. Forse sarebbe stato meglio davvero avere con sè Preston. Ma..è come in quelle *cose*, no? Quelle che sai di dover fare da solo, almeno in quei momenti, perchè se già non ti fa stare benissimo il pensiero di quanto vai a compiere, non vuoi neppure che sia imposto a chi vuoi bene che possano sorbirsi una cosa del genere. Affonda di più il viso nella sciarpa che le avvolge il collo e, insieme a guanti e cappotto pesante scuro lungo ai piedi, costituiscono il suo abbigliamento con cui ha voluto sfidare l'intemperia. Gli occhi vagano da una parte all'altra della strada. Scrutano ogni viso, ogni persona incrociata, nell'idea che non può essere così sfigata da non trovare neppure mezzo vampiro in una città che pullola di creature tra le più disparate. Mancano solo i folletti! Ecco..magari dovrebbe fare più attenzione a dove cammina, piuttosto. Perchè, non volendo, il controllare attorno le ha fatto totalmente passare inosservato di essere in rotta di collisione con qualcuno..che presto avrà le sue scuse, dapprima detta istintivamente in lingua svedese e poi ripetute ancora più velocemente in inglese, per adeguarsi alla lingua corrente] Mi scusi! Ero sovrappensiero e non l'ho vista. Sono mortificat..[le muoiono le parole in gola nel rendersi conto che il ragazzo che ha urtato ha tutt'altro che l'aspetto di un uomo comune. Pelle d'alabastro, una bellezza da togliere il fiato tanto che, dopo lo smarrimento iniziale, lei stessa si dà della stupida per essere rimasta a guardarlo in viso più del necessario]..mortificata..[ripete, incerta]

Will
:
[E’ una notte bellissima per fare una passeggiata e pensare un po’ ai fatti propri, un po’ fredda forse, ma che te ne importa quando sei un vampiro? Niente, appunto, anche se… come fa da un po’ di notti, William si è messo un maglioncino nero invece della camicia che di solito va a completare la sua mise. Perché? Perché gli viene naturale indossare qualcosa di pesante per proteggersi, dopotutto lui è morto assiderato e gli fa sempre un po’ di sensazione uscire senza coprirsi durante le stagioni fredde, è più che altro un riflesso involontario, un’abitudine, dato che, visto la sua natura, il freddo non lo infastidisce più. Non ha una destinazione precisa, semplicemente gli andava di uscire, la casa vuota l’ha entusiasmato per le prime due sere… poi è tornato ad annoiarsi. Ora, ha deciso di farsi un giro, potrebbe andare al Night ma non gli va, potrebbe andare… dove? Bah, ormai è in centro e si sta anche alterando perché ha fame e non si è nutrito prima di uscire. Stupido, sciocco, vampiro. Sta ancora pensando a dove potrebbe andare e intanto una piccola parte di sé presta attenzione a quello che succede in giro, ancora gli è rimasta la fissa del cacciatore, non ha più sentito nulla attorno alla sua casa se non qualche piccolo movimento… o forse è semplicemente lui che è troppo paranoico. Ma va bè, succede se un gruppo di cacciatori ti tortura fino a farti affacciare all’inferno, oh mamma, non che non se la sia cercata eh, però intanto son cose che segnano. Passeggia di tanto in tanto fischietta qualcosa, è quasi di buon umore, annoiato, ma di buon umore… ehm.. non diciamo perché che forse è meglio. °° Buon umore, il suo, che viene urtato quando una ragazza gli finisce addosso. *Stupidi umani* grugnisce tra sé, ma alla biondina arriverà soltanto un ringhio sommesso. La guarda, è bella non c’è che dire e il suo lato da gentleman si fa strada. Sempre essere gentili con le possibili prede. Sorride, affabile, mostrando le sue adorabili fossette.]Non ha nulla di che rimproverarsi mia cara, le sviste capitano a tutti.[Risponde subito alle scuse in svedese, sa parlare diverse lingue lui, s’è fatto una cultura eh, ed è stato in molti posti. Nota che la ragazza fissa il suo viso più del necessario e se ne compiace. Non sembra molto in forma però lei.]Posso fare qualcosa per voi milady? Perdonatemi la franchezza ma sembrate…[Cerca la parola giusta per non essere scortese.]in difficoltà[Il tono di voce sale leggermente alla fine della frase, lasciandola a metà strada tra un’affermazione e una domanda.]

Ariel:
[Le aumenta il battito cardiaco. Facile fraintenderlo, e associarlo a un essere rimasta folgorata dai modi e dal bell'aspetto di William. Non riesce a crederci..forse la *fortuna* l'ha incrociata. Ma è ancora presto prima che possa dare un esito effettivo. E' una possibilità, e deve coglierla al balzo. Non è detto che vi saranno altre occasioni. Alcuni fattori, assieme all'avvenenza, la influenzano particolarmente. Ad esempio il modo forbito, elegante, di porsi. Non si sentono molti giovani parlare così. Si passa la mano dietro al collo, pur sopra la sciarpa visto che è imbaccuccata per venti] ..onestamente..[esordisce, con una punta di imbarazzo in questo ammettere. Diciamolo chiaramente: non è da sè intripparsi troppo con le parole, solitamente va giù molto schietta, e magari con qualche battuta. Il timore, tuttavia, di perdere di vista il ragazzo senza aver compreso se è effettivamente un vampiro, e ancor peggio..perdere la possibilità di mantenere i propri propositi, la dissuade dall'essere avventata. Svela, in parte. Non senza essersi meravigliata, e non poco, che il ragazzo le risponda alle scuse utilizzando la propria madrelingua. Ok, o è pure svedese di nascita o, ammettiamolo, quanti si metterebbero a impararla come lingua straniera?] ..sì, diciamo che non..sono nelle mie condizioni migliori. La mia solita fortuna! [si è proposto di aiutarla. Oh, fosse realmente un vampiro e..avesse la certezza che non sia uno psicopatico quale Victor!] ..è gentile, grazie. Ma..l'aiuto che mi servirebbe...non è facoltà di molti poterlo attuare. Sarei..fin troppo fortunata a inciampare su qualcuno che può..[Dice e non dice. Ma intanto trasale per il freddo. Strofina le braccia, e ne trema anche] ..mi scusi ma..credo non andrò molto lontano se non vado in un luogo più caldo..rischio di diventare un ghiacciolo! [Gli porge la mano] ..mi chiamo Ariel, piacere di averla..scontrata! [azzarda a chiedere, infine] ..posso offrirle un caffè? ..mi sento in colpa per questo piccolo incidente [e ciò le darebbe modo di non concludere l'incontro subito oltre a darle una piccola conferma, in caso che lui non possa bere niente]

Will:
[Sente il battito della ragazza accelerare, è un suono inebriante, eccitante, e il suo istinto animale si risveglia: per qualche secondo torna a Praga, durante gli anni in cui si divertiva a cacciare e far fuori persone a caso. Rimembra bene il periodo buio che aveva vissuto subito dopo la sua fuga dall’Olanda, dopo le terribili torture psicologiche che i suoi simili gli avevano inflitto per costringerlo a combattere la loro guerra contro i Lycan, aveva perso la testa dopo tutto quello che gli avevano fatto, non era molto in sé, e per questo molte persone ci avevano rimesso la vita. Scuote impercettibilmente il capo, non è più quella persona, ora è migliore, ora c’è Nina. Si controlla stringendo i denti fino a farli scricchiolare quasi, ma lo sguardo che rivolge ad Ariel è inevitabilmente quello di un predatore affamato, perché è questo ciò che è dato che nemmeno si è nutrito prima di uscire. Ascolta distrattamente la ragazza mentre cerca di dare un contegno alla sua fame. Ha bisogno di aiuto la biondina, questo l’aveva capito dalle sue condizioni, ma quello che ora le sta dicendo è che necessita di una cosa che non tutti possono fare… mah, inarca un sopracciglio scuro William e la guarda divertito, anche un po’ con un’aria strafottente; è riuscito a ricomporsi e ora comprende e non comprende ciò che lei dice, insomma a lui pare che la ragazza abbia piuttosto bisogno di un medico… ha l’aria malaticcia. Prende delicatamente la mano che lei gli porge e apprende il suo nome: Ariel.]Incantevole nome devo dire, i miei complimenti.[Sorride, ha un’aria affascinante, non perché voglia far colpo su di lei, non gli importa molto, è la faccia da gentleman quella… ma lui riesce ad essere ammaliante e sensuale anche appena sveglio °°]William Renè Norwood… il piacere è tutto mio.[Sfodera la sua risata meravigliosa e profonda udendo la proposta del caffè… certo.. un caffè…]Non bevo… caffè, ma magari potrei offrirle io qualcosa per riscaldarsi un po’…[Propone la cosa divertito, di solito quando fa queste proposte ha secondi fini, ora no, gli va semplicemente di farlo e poi quella ragazza sembra davvero conciata male.]

Ariel:
[Lo coglie. Lo sguardo del predatore. Le corre un brivido che non è certo suscitato dalla temperatura fredda, lungo la spina dorsale. Ed è questo a renderla più recettiva a cambiamenti pur minimi nell'espressione o nell'atteggiarsi di William. Cautela, continua a dirsi. Non si scherza comunque, con un vampiro. L'idea che si è fatta, che si stesse trattenendo attanagliato dalla fame, non si può dire che svanisca. E' una sensazione di pochi attimi, eppure quella minaccia permea sottile, costante, nonostante il manierismo di lui. Sarà forse per quel sorriso, tanto bello quanto sfuggente nei sentimenti. Non è facile interpretare un vampiro, specialmente per creature come gli umani. E questo..disorienta, fa crogiolare nel dilemma. In ogni caso, non ha altra scelta. Maledice, in parte, di essersi messa i guanti. Nel prenderle la mano per ricambiare delicatamente il gesto d'amicizia che gli ha rivolto, non riesce a essere obiettiva sulla temperatura che può avere la sua pelle. Oltre il minuscolo dettaglio che chiunque, con un clima del genere, avrebbe le mani gelide stando senza niente che le copra. Ricambia il sorriso, sebbene il proprio sia coperto dalla sciarpa. Si comprende che lo fa dalla mimica facciale] ..Grazie! [apprende, quindi, il suo nome. William Renè Norwood. Si domanda se sarà questo, il nome di colui che potrà aiutarla a far sì che..possa avere altro tempo, per sistemare le cose] William..non hai un nome svedese, ma sai parlare la mia madrelingua come vi fossi nato [muta il registro, ora che si sono presentati. Palesa sollievo] ..è bello poter conversare senza rincorrere a una lingua che mi è straniera. Ti spiace se proseguiamo a conversare così? [E non vi è solo il piacere personale a far da sfondo a questa richiesta. Ben pochi potrebbero tradurre ciò che verrà detto tra loro. Vuole evitare ciò. E anche parlare nella propria lingua, non è comunque falso che apprezzi il poterlo fare. Lo ringrazia, per il pensiero..e spera vivamente che *offrirle qualcosa per riscaldarsi un pò* non sia ambigua come frase quanto ha appreso che sanno essere le parole, se pronunciate da certi elementi. L'avvenenza di William non aiuta a non immaginarselo, comunque. Ma non si permette di indagare, o di indugiarci] ..non sai quanto possa rendermi felice sentire quanto hai detto! [ritrae la mano, ormai la presentazione è terminata, e provvede a ripararla nella tasca. Un pò più di tepore che le sale lungo il braccio] ..c'è un bar, giusto dopo quella strada [gli indica con un cenno del viso] ..è un posto molto carino. Possiamo andare lì! [Almeno non dovrà congelare. Un altro cenno del capo, intende fargli strada fino al bar in cui si premurerà di scegliere, nel momento in cui dovranno accomodarsi, un tavolino che sia distante dagli altri clienti, e in cui possano parlare con maggiore..privacy]


Will
:
[Piega leggermente in giù gli angoli della bocca in un’espressione di noncuranza e alza le spalle udendo le parole di Ariel *William..non hai un nome svedese, ma sai parlare la mia madrelingua come vi fossi nato* è stato un po’ ovunque prima di arrivare a Shadows e inoltre, può vantare un miscuglio di nazionalità diverse tra i suoi antenati.]Olandese, nato poco lontano da Amsterdam. Mamma olandese, papà inglese… nonna paterna svedese, dalla quale, tra l’altro, ho ereditato questi meravigliosi occhi azzurri[Sorride indicandosi il viso… modesto come sempre… ma è scherzoso e rilassato il suo tono, nonostante la fame è di buon umore.]E poi comunque sono stato un po’ dappertutto in giro per il mondo, anche in Svezia…[Sorride alla richiesta di Ariel di proseguire la conversazione nella sua lingua madre. Perché no? Riporta la mano che le aveva teso nella tasca dei jeans.]Non mi crea grossi problemi parlare svedese, se ti viene più comodo possiamo proseguire a conversare usando la tua splendida lingua madre.[Normalmente non darebbe del tu a una signorina appena conosciuta, ma visto che Ariel lo fa con lui, si adatta per non metterla a disagio… cioè, non che gli dispiaccia mettere a disagio le persone, a volte si diverte anche, ma già è evidente che la ragazza ha problemi suoi quindi evita. La osserva attentamente, e nota che lei sembra avere qualche riserva sulla sua proposta di *offrirle qualcosa per scaldarsi*… oh, Ariel, se l’avessi incontrato qualche mese fa sicuramente avrebbe inserito in questa frase mooolti significati nascosti, ma ora è tranquillo, vuole provare a fare il bravo, ha detto a Nina che sarebbe stato soltanto suo e lui non butta parole al vento, promette solo se sa di poter mantenere… o per lo meno se sa di voler provare a farlo. Propone un bar, Ariel, non troppo lontano.. ah, per lui va bene dal momento che non prenderà comunque niente. Le fa un cenno del capo.]Vada per il bar.[La segue tenendo sempre le mani in tasca, i tratti del viso distesi, sta cercando nella sua mente di arginare il pensiero della fame concentrandosi sul suono dei suoi stessi passi. Giungono finalmente al bar, e Ariel lo guida verso un tavolino abbastanza appartato. Si mette a ridere scherzoso Will e torna a darle del lei.]Non vorrà mica approfittare di me, signorina, portandomi in un luogo così appartato… sa, sono un uomo…[Cosa? Non sa nemmeno lui come definirsi e alla fine opta per la soluzione più facile.]Ho una donna nella mia vita.[E’ così dopotutto. E quella che doveva diventare una battuta scherzosa termina con un po’ di smarrimento nella voce di Will, che comunque si sente in dovere di puntualizzare.]Scherzavo ovviamente, sul voler approfittare di me intendo…[Sorride lievemente a disagio e si siede stendendo le lunghe gambe, appoggiandosi allo schienale e incrociando le braccia sul petto. Osserva la ragazza malaticcia e visto che le ha dato del tu…si prende un minimo di libertà.]Permettimi, non voglio essere scortese, ma… che ci fai in giro con questo freddo? Voglio dire, non sembri avere una bella cera.[Viva il tatto di William -.- Intanto si avvicina qualcuno a prendere le ordinazioni, qualcuno che Will liquida con un cenno della mano.]Io niente, chieda alla signorina.[Fa un cenno con il capo in direzione di Ariel e si trattiene dal fare una battuta sconveniente sul suo essere affamato e ride tra sé…]

Ariel:
[Non può che far emergere..sorpresa, nel sentire enunciare con tanta noncuranza quel miscuglio genealogico che ha dato origine a William. Errava, quindi. Parte di sangue svedese c'è davvero, non l'avrebbe sincertamente detto e lo esprime pure] Allora, in minima parte, sei comunque un mio connazionale! [sbatte le ciglia, certo che il ragazzo ha una modestia..molto accentuata, pensandovi in connotato ironico, naturalmente. Bhè, lo capisce. Non è vanesia ma..è vero che gli occhi, quando azzurri e così chiari, sono affascinanti. Non può non ricordarli, quelli che appartenevano a colui che è stato..il grande amore della sua vita. Le si stringe il cuore, e caccia il pensiero per avere la forza di non lasciare trapelare..il dolore. Perchè sapere di averlo perduto, di non aver potuto nulla, è terribile. E adesso..non può permetterselo. Avrà..tempo, o cercherà comunque di averne ancora, per piangere chi non c'è più. Ora deve pensare a mettere in salvo..Astrid, e sè stessa] comunque..[riprende il filo del discorso, e gli conferma quanto già comunque lui aveva dato a disponibilità senza troppo indugio] ..sì, è bello poter conversare in svedese e mi è..molto più comodo. Se lo è per entrambi, poi, tanto meglio. E' una perfetta comunione di intenti! [La temperatura entro il bar è decisamente migliore. Nonostante questo avrebbe lo stesso evitato di togliersi la giacca ma sarebbe troppo strano, tenere un capo del genere al coperto, per cui -pur con dispiacere- inizia con il togliersi la sciarpa da attorno al collo. Passa a sfilare i guanti, che poi ripone nelle tasche della giacca, e infine si libera di questa, e l'appoggia sullo schienale della sedia. Deve fare tanto d'occhi a William, l'osservazione sul luogo appartato -lo capisce- può creare decisamente dei fraintendimenti! quindi si premura di aggiungere] ..e io sono una donna..[sembra voler scherzare, con l'ovvio. Ne ascolta poi che lui stesso stava scherzando, riguardo l'approfittare. E'..impegnato. Ha una donna che lo attende. Questo, da una parte, la tranquillizza. Non è..decisamente come Victor. Non quel tipo di vampiro che si farebbe chiunque, purchè avvenente. E che..non lascia certo intendere di avere rispetto per qualcuno che non sia sè stesso, ovvio. Si accomoda, e risponde anche a questo] ..anche io ho..[si ferma. Un attimo. Perchè si rende conto che è la prima volta che lo dice con tanta spontaneità e..ciò le suscita un accenno di sorriso] ..un ragazzo, nella mia vita [o quel che ne resta. Con la speranza di non dargli questo dolore] Non dico che non sei..ragazzo che, qualora fossi single, non mi avrebbe colpita. Anzi, complimenti. Però..[ancora una volta] non sei lui..[E non vuole..ferire Preston. Certo, poteva essere cominciata davero come..un appoggiarsi alla sua amicizia, alla sua allegria, per riuscire a..voltare pagina. Ad andare avanti con la propria vita, ricominciata da un punto in cui non avrebbe dovuto ricominciare. Con sentimenti, sensazioni, sbagliatissime in un ambito delicato da cui..si è dovuta separare. Perchè era..giusto. Doloroso, ma giusto. Esattamente come questa situazione del caxxo. Posa le mani l'una sull'altra, sul tavolo. Ancora non le è..facile capire William, ma ci sta attenta. A come si esprime. China lo sguardo pochi momenti, come se cercare le parole giuste dovesse richiedere necessariamente l'interrompere il contatto visivo, perchè si scava talmente in profondità nei propri sentimenti, nella propria condizione attuale, che gli occhi sarebbero uno specchio troppo veritiero, e crudo, su quanto sta cercando disperatamente. Sfiora l'anello che ha al dito. Quell'oggetto che non riesce a sfilare e che sta condannando, non una, ma due persone..alla fine] Nessuna scortesia, figurati..[inizia, rassicura anche su questo punto. Non ritiene che la verità, detta poi con tanta..cautela, e quindi con premura, non può ritenerla offensiva] so di non essere..in forma. Ma..sai, William..[continua, parlandogli come non fosse uno sconosciuto appena incontrato. E quindi con schiettezza, perchè non ha tempo per eccessivi giochi. Se non altro, parlare in svedese, concede anche questo. Nessun altro può interpretare il loro dialogo, o lo spera. Il tono quindi è moderato]..a volte non puoi fare altrimenti. E io sono..in casini immensi. Per cui, per quanto stia male, non posso..permettermi di restare chiusa in camera a commiserarmi. Non potrò..risolvere niente, in questo modo. Il mondo non ti dà nulla, se non ti metti in gioco personalmente e lotti con tutte le tue forze.. [domanda, poi] puoi...capirmi? [l'essere in una situazione tale che..o ti adoperi per restare a galla, oppure affondi e non ci sono altre scelte, nessuna scialuppa o boa di salvataggio a parte la tua forza, la determinazione a non lasciarti andare fino all'ultimo. Schiarisce la voce, poichè si avvicina una cameriera. Utilizza l'inglese, ovviamente, per ordinare. Ma è sbrigativa, pur restando affabile] ..mi porti un thè caldo, grazie. E..[indica dal bancone] ..qualcosa di dolce, possibilmente con tanto zucchero o cioccolato. So che avete un'ottima torta Sacher, magari una fetta! Grazie mille..[congeda con educazione la ragazza, confidando che ci metta un pò nella preparazione dell'ordinazione. E' vero che non è molto, ma c'è gente e..magari può contare nuovamente sulla sola presenza del vampiro, ancora per un poco]


Will:
[Senza sapere ha fatto parecchio con la sua battuta che doveva rompere il ghiaccio, William osserva Ariel, che pare abbastanza sollevata all’udire del suo essere impegnato e apprende che anche la ragazza, a sua volta, ha una persona nella propria vita. Non che ci sia da stupirsi, Ariel è davvero bella, nonostante appaia malaticcia e malconcia e, anche se lui non accenna a farle complimenti, ha certamente notato questa cosa. Non commenta nulla, non sono affari suoi, dopotutto è vita privata di Ariel quella, come Nina è cosa solo sua, tuttavia, non può trattenersi dal fare un sorrisino compiaciuto e consapevolmente strafottente udendo certe parole di Ariel *Non dico che non sei…ragazzo che, qualora fossi single, non mi avrebbe colpita. Anzi, complimenti.*Le poche sillabe che seguono sono però un puntualizzare, *Però.. non sei lui* e William non vuole certo esserlo, per quanto bella sia Ariel, lui è preso da un’altra persona, si è dato e “promesso” in un certo senso e non parla mai a vanvera, potrà dire tante sciocchezze e fare il buffone, ma mai parla per far prendere aria ai denti. La fissa e con franchezza mette in chiaro le cose.]Ariel, chiariamo una cosa, non voglio niente da te, non la prendere come un’offesa ma solo per ciò che è: la verità. Sono qui perché ho piacere ad esserci e mi pare tu sia un’ottima compagnia e, se vogliamo dirla tutta, non avevo nulla di meglio da fare stasera.[Potrà anche suonare sgarbato ma è la verità e ci tiene a dirla.]Una volta, non molto tempo fa, ero una persona diversa e avrei agito diversamente, ma puoi davvero stare tranquilla, non intendo approfittare di te e non ho secondi fini.[E’ calmo, sia nel tono che nei tratti del viso, ancora non ha abbandonato la postura assunta, tiene sempre le braccia incrociate sul petto ed è comodamente stravaccato sulla sedia. Osserva Ariel chinare il capo e sfiorarsi un anello che lui guarda con non poca curiosità, ma per ora non chiederà niente poiché non è nella posizione per poterlo fare, non conosce abbastanza Ariel e certe domande potrebbero sembrare sconvenienti, dopotutto è un signore William no? Gli arriva intanto la risposta alla domanda che aveva rivolto alla bella svedese sul suo trovarsi in giro nonostante l’aria ben poco sana e la temperatura che, per un umano, immagina essere non troppo gradevole. Quelle che William sente son frasi complesse e semplici al tempo stesso, poche parole che sottintendono molto. Gli sembra di tornare indietro nel tempo quando lei sfodera quell’affermazione sul mondo che non dà niente, e gli chiede se può comprenderla? Certo che può, William ha passato una quantità industriale di cose che l’hanno segnato nell’anima e ahimè, anche nel corpo, ha vissuto molte fasi nella sua vita, passando attraverso diversi stati d’animo: è stato umano, è stato un bambino che è dovuto crescere troppo in fretta per forza di cose, è stato uomo quando ancora doveva essere un ragazzino, si è venduto, è stato usato, è morto e poi è tornato alla vita, è stato torturato dai suoi simili e poi ancora da cacciatori, anche se questa seconda volta, era mosso dalla voglia di autodistruggersi, ha ucciso morendo un po’ dentro anche lui ad ogni vita che spezzava e infine è giunto qui, a Shadows, dove ora è amico e amante e poi chissà cos’altro diventerà ancora. Ha fatto molte cose per sopravvivere nella sua vita, molte delle quali non va propriamente fiero, ma rifarebbe tutto da capo perché alla fine sono state scelte sue, per quanto sbagliate possano essere, lui ha scelto e questo lo rende padrone della propria esistenza, lo rende l’uomo che è. La sua espressione si sarà fatta più dura ora, pensando a tutte queste cose, tuttavia, il tono che userà per rispondere ad Ariel sarà moderato e comunque calmo.]Posso comprenderti Ariel, sono solo da quando avevo sei anni e…[Abbozza un’espressione simile a quella che aveva quando ha srotolato tutto il miscuglio di nazionalità che contribuisce al suo essere William.] diciamo che ho dovuto fare di tutto per sopravvivere, anche cose che di cui non vado fiero, ma sai, penso che l’importante nella vita sia fare solo ciò che si sceglie, voglio dire, ognuno decide di tirare avanti come meglio crede, non dovrebbe mai esserci nessuno a dirci come dobbiamo vivere la nostra vita, perché scegliere, ci permette di essere, ci definisce come persone, come uomini e donne. Siamo l’accumulo delle nostre scelte, i percorsi che decidiamo di intraprendere nella nostra vita ci rendono ciò che siamo e, bada bene, non è il passato a plasmarci, ma siamo noi stessi a scegliere cosa diventare.[Fa un pausa e si porta avanti, appoggiandosi con i gomiti sul tavolo e la fissa intensamente.]Non sarò fiero di alcune cose che ho fatto nel mio passato, ma non cambierei nulla, rifarei tutto, perché so per certo di aver compiuto ogni singola azione consapevolmente, scegliendo.[E’ ciò che è lui e, anche se a volte finge mascherando la sua vera essenza con arroganza e cattiveria, sa bene che tipo d’uomo complesso è. Intanto la cameriera è giunta al loro tavolo e Ariel ha ordinato. Riflette ancora William sulle parole della ragazza e certo non ha dimenticato il suo dichiararsi in “casini immensi”, per cui attende che la signorina se ne vada a preparare l’ordinazione o a servire altri tavoli e poi fissa di nuovo Ariel.]Allora, hai detto di essere in casini immensi… cosa hai combinato?[Sorride prendendo con leggerezza la cosa, come fa sempre, e torna ad appoggiarsi allo schienale della sedia. Ancora non sa che lo attende qualcosa di estremamente complesso.]

Ariel
:
[Sarà la situazione d'emergenza, o saranno anche e soprattutto le parole di William e come si sta ponendo nella conversazione, ma ogni obiezione logica che la mente le rimanda (tra cui il: non fare l'ingenua e non fidarti che potrebbe essere semplicemente un bravo attore) arriva a cadere, a ogni scambio di vedute. Le piace dirsi che è così perchè sa capire a pelle le persone. Giusto? Sbagliato? Al momento ha questioni più pressanti che interrogarsi in merito. Non palesa affatto fastidio per il *chiarimento*, anzi lo specifica pure] preferisco le persone schiette, William [gli sorride, dopo questo dire. La cameriera si è avvicinata al tavolo e frena il resto che avrebbe potuto dire. La ringrazia nuovamente e, presa una bustina di zucchero, ne riversa il contenuto dentro la tazza prima di prendere il cucchiaino e iniziare a mescolare. Piano, senza che il cucchiaino faccia rumore contro i bordi della tazza, tanto è sovrappensiero nel compiere quel movimento ciclico. Wililam la rassicura nuovamente, sostiene che in passato sarebbe stata un'altra storia ma che adesso non possiede secondi fini, che non ha da temere da questo incontro. Sapesse che, in effetti, non è tanto quello a preoccuparla. Ma il futuro, e nemmeno troppo lontano. Ascolta, senza interromperlo. Ogni tanto fa un sorriso più *comprensivo*, quando si toccano certe questioni come il far di tutto per sopravvivere ma non si esprime, nè si sente in diritto di poter essere tanto arrogante da dirgli che comprende. In fondo..ognuno ha il proprio bagaglio di esperienze. Viverne di simili non significa forzatamente essere in grado di comprendere l'altro, è solo il conoscere una persona, e far parte della sua vita concretamente, che in parte può infrangere quel velo di eventi che formano una persona. Niente altro. La cameriera si congeda, dato che nessuno dei due esprime di volere niente altro, e l'allontanarsi di lei fa scoccare la domanda fatidica: cosa ha combinato per essere tanto nei casini? L'ironia? vivere, semplicemente. Vivere quando non avrebbe dovuto farlo, non quando la vita occupata era quella di un'altra persona. E ciò..non le dà pace. Sospira, profondamente. Alla fine non prende neppure un sorso dalla tazza, ma vi avvicina le mani, dopo aver appoggiato il cucchiaino a fianco, per scaldarsi le mani. Sente..davvero molto freddo. Il problema è che lo sa che ciò non deriva solo dalla malattia. E' il rimorso, è il senso di colpa. E l'incognita se avrà o no modo di..cercare di rimediare, prima che sia troppo tardi. E' difficile che permei il sorriso, sebbene sul viso..cerchi di ostentare tranquillità. Non lo è. Si incupisce quel tanto che basta a lasciarlo intendere, che quanto verrà proferito è gravoso. Un'ammissione difficile, prima di tutto verso sè stessi. Indugia ancora. E infine..la butta fuori, la sua condanna] ..sto morendo, William [fa uno sforzo immenso a non fare incrinare la voce. Improvvisamente guardare il thè piuttosto che gli occhi di lui diviene molto più semplice, e sostenibile] ..non mi resta molto. Giorni, una settimana. In ogni caso sempre troppo poco. Forse l'avrei accettato di nuovo..se questo non coinvolgesse altre persone [perchè un tempo vi era giunta, all'accettazione. Certo, non ci volle molto sforzo. Senza Jorn, non aveva poi questo gran desiderio di risollevarsi, di combattere. Cosa che adesso, invece, vuole disperatamente. Riesce a muoversi perchè sostenuta dalla magia, diversamente starebbe già agonizzando, lo sa] ..ogni essere umano sa che deve morire. Lo so anche io. Ma un conto è andarsene sapendo che è naturale, un conto è sapere che il tuo morire..non sarà solo un lutto per chi ami..ma significa anche portarti nella tomba..un'altra persona. Che non può morire con te, perchè..non è giusto che sia così. [alludere a un'altra persona che morirebbe con lei, si potrebbe fraintendere e pensare che lei sia incinta, e quindi è logico pensare che, morendo lei, morirebbe anche il figlio. Non ci ha riflettuto, nel parlare lasciando solo che i fatti escano come parole sofferte, ma che non ha ancora modo di cambiare] ..da qui, il casino immenso. Da qui il non potermi permettere di restare semplicemente ad accettare un destino già deciso. E..il cercare chi..potrà aiutarmi..in questo..[un salto nel buio, letteralmente. Difficile, complicato e..con un sacco di implicazioni. Ci ha pensato, all'ossessione, da quando ha saputo della morte di Jorn. E parole proferite eoni addietro, da quella creatura che ha permesso il proprio essere nuovamente tra i vivi, che si rivelano infine per ciò che erano realmente: una grande fregatura]


Will
:
[La risposta si fa attendere, evidentemente non dev’essere semplice ciò che Ariel ha da dire. La osserva, infatti, la ragazza sembra prendere tempo, o semplicemente raccogliere tutte le sue forze per spiegarsi. Sospira profondamente e appoggia il cucchiaino accanto alla tazza per poi avvicinare le mani ad essa. Per quanto Ariel cerchi di mantenere un’espressione il più possibile calma, il mio vampiro è molto attento, ha un grande intuito, nonché fiuto per i guai, e qualcosa comprende…certo, non si aspetta nemmeno la metà delle cose che poi dirà lei, tutto andrebbe a pensare tranne che quello che arriverà da lì a pochi secondi. Eccola la bomba: sta morendo. Ariel sta morendo. Guai grossi, enormi, giganteschi e monumentali all’orizzonte. William-Renè-Empatia-Norwood riesce soltanto a imprecare mentalmente per la situazione in cui è riuscito a ficcarsi anche senza volerlo e a guardare Ariel senza mutare la sua espressione. Ora dovrà pure consolare la ragazzina…no eh! Per evitare ipocrisia si limita a commentare con un tranquillo…]Oh..[E allora? Dopotutto anche lui è morto, è una cosa che si supera se si vuole, il soprannaturale ne fornisce di mezzi, a volontà! Vampiro, fantasma errante… Zombie? William serietà! Ma sul serio lui non riesce ad essere dispiaciuto, non ha grandi doti di compassione per gli estranei. Si mostra per cui normale, senza essere troppo sconvolto e attende il proseguire di Ariel. A quanto pare la cosa include più persone. *Forse l'avrei accettato di nuovo..se questo non coinvolgesse altre persone* forse l’avrebbe accettato? Qui il signorino la pensa in modo diverso e lo esprime anche.]Non si accetta di morire Ariel, si può fingere di farlo, ma non si accetta mai di lasciare questo mondo. Si chiama istinto di autoconservazione ed è proprio di ogni specie.[Non ha molto altro da dire, si limita ad ascoltare. Lui non può nemmeno immaginare di essere di nuovo umano e così prossimo alla morte, praticamente gli umani vivono con un piede nella fossa! No, no non esiste, Will ama la vita…ahem… la sua non vita, mai accetterebbe di morire definitivamente. È morto, l’ha superata, è stato un colpo e se n’è fatto una ragione diventando una creatura decisamente più forte. Basta, è come se fosse cosa da nulla per lui, che poi abbia avuto i suoi momenti difficili… leggasi Londra e un certo trascorso con i cacciatori da cui poi Ian l’ha salvato…è altro. Non era in sé. Si astiene comunque dal far sapere questa cosa, non gli piace parlare delle cicatrici che lo segnano in maniera evidente, e poi comunque viene distratto da altro. Già, perché ora Ariel allude a un’altra vita che potrebbe finire con la sua e istintivamente William si sporge sopra il tavolo impercettibilmente per guardare il grembo della ragazza… non sembra in dolce attesa. Comprende sempre meno, e aggrotta le sopracciglia il mio vampiro. Questo potrebbe essere troppo anche per lui, mai accetterebbe di portarsi nella tomba Ian ad esempio, o Nina... quasi comprende Ariel. Le persone che William ama si contano letteralmente sulle dita di una mano e sarebbe pronto a morire per loro, di certo farebbe di tutto per non portarsele nella tomba. Gli estranei sono altra cosa, con loro per William vige la regola: meglio morto te che io. Istinto di autoconservazione appunto. Torna ad appoggiarsi allo schienale della sedia e si guarda un po’ in giro, intuisce forse quello che Ariel vuole e di nuovo torna a pensare che meno vuole problemi più si ritrova ad essere una calamita per essi. Con la mano destra si frega lentamente la barbetta, pensoso. Dunque, se è come lui crede, dovrà trovare un motivo valido per farlo… e qui si torna indietro nel tempo. Fai ammenda per le vite che hai tolto a persone innocenti in passato, Will? Potrebbe essere un modo. Insomma sta tentando di rivedersi per Nina, no? Sta camminando su un filo, ostentando un equilibrio precario che potrebbe perdere facilmente da un momento all’altro, ma per ora è stabile… più o meno… e vuole rivedersi, diventare un uomo migliore. O almeno provarci. E quale modo migliore per aiutare due persone in un solo colpo? Potrebbe anche pensarci, all’eventualità di dare una mano ad Ariel… intanto ci tiene a vedere se la sua idea è esatta, della serie “non fasciamoci la testa prima di rompercela”. Assottiglia lo sguardo e punta un indice contro la ragazza. Niente giri di parole, come il solito.]Ho capito… ho capito, forse. Tu vuoi che io ti aiuti, giusto?[Eh, non è stupido, ha intravisto il discorso che si dispiega al di sotto delle frasi di Ariel, celato da quelle vaghe parole *Il cercare chi..potrà aiutarmi..in questo..* Sa che quella piacevole compagnia non ci sarebbe senza un valido motivo da parte della ragazza svedese e, forse, ha anche capito COME lei vuole essere aiutata; al mondo nessuno fa qualcosa per nulla. Lui compreso. Vedrà cosa Ariel gli risponderà a poi prima di prendere una decisione vorrà sapere altre cose. Se invece la sua intuizione si rivelerà sbagliata, pace all’anima di Ariel, la lascerà pagando il conto e andrà a nutrirsi perché ormai la sete sta quasi minando il suo fragile autocontrollo.]

Ariel
[Non riesce a dargli torto. Sul riuscire ad accettare di morire. La coscienza che nel *dopo* c'è un posto privo di dolore, e meraviglioso, non ti esime dal rimorso di non essere più tangibilmente vicino a chi ami. E' semplicemente un qualcosa che gli altri si aspettano da te, prima che te ne vada. Davanti all'inevitabile, è giusto passare a una dignitosa rassegnazione e trascorrere quanto resta in serenità, per quanto possibile. Dicendo agli altri che.. andrà comunque bene. Perchè la vita andrà avanti, e non gli sarai comunque così lontano finchè avranno memoria di te. Frasi fatte, dette per addolcire una pillola che si blocca comunque in gola, non importa con quante belle parole si possa cercare di dare un significato più mite. Tutto ciò lo esprime con un sorriso. Tirato, come l'avesse smascherato quanto ciò che aveva proferito finora fosse un semplice ripetersi un concetto più atto a convincersi di non poter far altro, per mutare il destino. Vent'anni fa.. lo era. Adesso, con quanto sa, con quanto ha vissuto, è cosciente di poterlo evitare. Non solo per sè stessa. Incrocia le braccia sul tavolo, e si sporge per parlare più piano. Nonostante stiano conversando nella propria madrelingua, l'argomento è così intimo e delicato che sente comunque la necessità che non possano riuscire a sentire mezza parola, favorita dal chiasso della sala] Io sto cercando qualcuno che possa farlo, William. Non so se tu sei quel qualcuno, non riesco avere questa certezza [per quanto vi possano essere segnali di un possibile vampiro, è anche vero che non è così abituata a riconoscerli. E in inverno ciò è anche più difficile, causa delle temperature più fredde] ..so solo di avere poco tempo. E per questo..non posso girare intorno alle questioni, o intraprendere vicoli ciechi che mi condurrebbero solo a finire i miei giorni senza aver realizzato ciò a cui tengo. Hai ascoltato la mia storia [lo invita a riflettere su questo, pacata. Niente di più vero, o fronzoli] ..molti di coloro che potrebbero aiutarmi..approfitterebbero della situazione per costringermi ad azioni deplorevoli. Io ho bisogno di qualcuno che possa comprendere che.. sono una brava persona, e anche se finirò per stringere accordi con l'inferno stesso, è quello che intendo restare. Mi rendo conto che è arrogante, e che sarà difficile, terribilmente [ha già veduto quanto sia labile il confine tra l'intenzione e la follia, quando si parla di vampiri neofiti. Si è dominati dalla sete di sangue. E il pensiero di uccidere qualcuno per prolungare la propria vita..è atroce. Altrettanto è consapevole che un Master, tramite la sua influenza, può porre freno a quell'istinto violento. Può, tramite un semplice ordine, impedire alla sua creatura di uccidere. Non sa se William è un vampiro, o se sia QUEL tipo di vampiro che è in grado di riconoscere che avere il potere di togliere una vita.. non vuol dire che debba forzatamente essere intrapresa come l'unica via a disposizione] ..nonostante questo.. io spero ancora di poter trovare una speranza, anche in tutta questa oscurità. Se tu fossi a conoscenza..di un modo per riuscire in questo, allora avrai la mia eterna gratitudine [e lo dice a cuore aperto, non è il tipo di persona che non mostra riconoscenza. Ma è anche una di quelle che crede fermamente che il dimostrare riconoscenza equivalga anche a non andare contro determinati precetti, e i propri valori] ..e ti prego...di aiutarmi, William. [non può parlare liberamente. Non può esporre in un luogo pieno di umani la natura del possibile vampiro. Ma se questo ragazzo così avvenente è ciò che spera che sia..allora dovrebbe avere già compreso. Un accordo o un diniego, a questo punto è il momento di tirare le somme]


Will:

[Ha ascoltato, sì, con attenzione anche e si è fatto una sua idea. Di solito ha un buon intuito, anche se poi alla fine fa sempre delle pessime scelte, le persone le sa pesare in un certo senso… più o meno. Lascia finire di parlare Ariel, non commenta più nulla ma trova conferma, in molte parole, alle idee che si era fatto. Si parla di stringere accordi con l’inferno, di eterna gratitudine e di persone che potrebbero approfittarsi della situazione… insomma era come aveva immaginato. Pensa, valuta la situazione, lo fa inconsapevole di cosa comporti l’essere Master, lui non ne ha mai avuto uno, ha fatto tutto da sé e non sa che legame venga a crearsi poi tra una creatura e colui che l’ha trasformata. Non sa e si basa su.. niente. Guarda Ariel, come se volesse leggerle dentro, ha spirito la ragazza e negli occhi una certa determinazione forse, anzi, sicuramente mossa dalla disperazione. Insomma, glielo dice anche che non ha tanto tempo e necessita a tutti i costi di aiuto. Ora, diciamocelo, William non ha mai brillato per altruismo e generosità, ma c’è qualcosa in Ariel, quello scintillio che hanno solo le brave persone appunto. Deve valutare un po’ di cose Will, ma la verità è una sola: la sua è una sensibilità particolare al momento, da poco si è concesso di provare qualcosa, di uscire dal suo stato di torpore emotivo, dal suo isolamento interiore e alcune cose inevitabilmente lo colpiscono. Si è più volte sorpreso di quanta intensità abbiano i sentimenti, le emozioni che l’hanno recentemente travolto e ancora non li sa gestire, non li sa comprendere, è un mondo nuovo. Si sorprende tutt’ora perché ascoltando quella ragazza malaticcia, viene preso da…cosa? Boh, è forse compassione? Diverse espressioni attraversano il ben viso di Will, tamburella un po’ con le dita sul tavolo e alla fine vi si appoggia con le braccia intrecciando le mani.]Sì, in effetti io potrei fornirti quell’aiuto che tanto necessiti.[Pensa ancora a cosa dire, si schiarisce la voce.]Non sarà facile, all’inizio è un casino dovrai aggiustare la percezione di molte cose e regolarne tante altre.[Dovrà anche convivere con sentimenti forti, ma questo lui non lo dice perché di fatto ha sempre represso tutto.]Non ho mai… aiutato[Sorride per far intendere il sottointeso ad Ariel.]nessuno, penso sia giusto che tu lo sappia, per correttezza. Non ho mai fatto nulla del genere in tutta la mia vita e per me non c’è mai stato nessuno che rappresentasse ciò che poi io rappresenterei per te[Un Master appunto.]per cui non so propriamente cosa voglia dire e non posso darti opinioni in merito.[Gli piace parlare chiaro, vuole evitarsi casini, è un periodo che è tranquillo più o meno e si sente in dovere di dirle queste cose. Non è al corrente di tutta la storia passata di Ariel per cui non sa se lei sia informata o meno su affari di vampiri. Pare comunque chiaro a se stesso che la aiuterà, dopotutto non è forse coerente con la persona che vuole diventare? Che uomo sarebbe se lasciasse morire lei e chiunque altro le sia legato? In Ariel è come se vedesse un po’ la sua occasione di redimersi per ciò che ha commesso in passato. La guarda dritta negli occhi.]Niente aspettative, non sono un eroe e non voglio esserlo, ho un pessimo carattere a volte[Insomma, non è tipo da distribuire carinerie] ma sia chiaro che non ti costringerò mai a fare nulla che vada contro i tuoi principi[E’ pur sempre un uomo rispettoso, specialmente con le signorine.] faccio questa cosa perché mi va di farla, e perché aiutando te aiuterò un po’ anche me stesso.[Accenna a un sorriso. Tutto comunque torna. Non si fa niente per niente e in un certo senso viene in tasca qualcosa anche a lui. Abbassa ancora di più il tono di voce.]Sei una brava persona Ariel, non meriti di morire così.[Torna ad appoggiarsi allo schienale della sedia.]La vita vale la pena di essere vissuta, sempre, per quanto brutta sia.[E lui lo sa bene.]Ti aiuterò, non farmene pentire.[Non vuole problemi, già si basta da solo come fonte inesauribile di casini.]

Ariel
[Avranno tempo. Per comprendere tutto ciò che la propria storia racchiude. Una storia a due binari paralleli, il proprio e quello di Astrid, giunti fatalmente a incrociarsi nuovamente, separate dal tempo ma..non più nel corpo. Perchè lo ha anche pensato: che Astrid ormai fosse deceduta, come pattuito dalla strega. Forse..tutto ciò doveva semplicemente accadere. Forse tutto ciò porterà a un errore madornale, non è questo ciò a cui vuol credere. Lo sguardo le cade sull'anello al dito. Jorn. Sente il cuore pesante, al pensiero di quanto non sia riuscita minimamente ad aiutarlo. Salvare Astrid, quel gesto che lui non era riuscito a completare, è uno dei tanti piccoli passi che non possono che renderla più convinta della necessità di proseguire. Sospira, e di sollievo. Ha persino trattenuto il respiro nell'attesa tremenda del responso di William. Accetta. Lui. Ha. Detto. Che. Accetta. L'aiuterà. Anche se mette in chiaro di non aver mai aiutato qualcuno..come si accinge a compiere con sè. La propria conoscenza è molto limitata, per lo più da ciò che ha appreso dalle memorie di Astrid. Quelle che le fanno percepire così forte che il proprio morire avrebbe significato realmente il proseguire in un eterno inferno per quella ragazza, per cui prova una pena e una compassione radicata oltre un mero concetto di umana pietà. Le loro storie sono così diverse, eppure.. sì, azzarda di comprenderla. E di poter determinare, in ciò, quale sia il sentiero giusto, che non significa prettamente che sia il migliore. Anzi. Ascolta, attenta, l'ammonimento di Will. Niente aspettative. A dire il vero, come ha esposto prima, è solo una la richiesta che possiede, ed è lo stesso vampiro a darle conferma che rispetterà la propria scelta: non..permetterà che il Cambiamento alteri i propri principi, ciò in cui crede. Primo fra tutti il diritto alla vita. Gli vale un sorriso più convinto, e appoggia la mano su quella del ragazzo prima che si faccia indietro con la schiena. Un momento solo. Un ringraziamento, o il siglarsi di un accordo in cui si troveranno complici nel sfidare un destino terribile. Non sarebbe obbligato ad aiutarla, e anche se la pone in modo che lui si estrappola da ogni possibile implicazione sentimentale circa la propria storia.. le sembra di percepire che.. vi è più di quanto lui non voglia mostrare con le parole. Non ne fa menzione. Rispetta questo spazio] Il grazie te lo dico lo stesso.. anche se sono stata così geniale da far in modo che, aiutandomi, tu potessi aiutare in parte te stesso [ricalca, con un sarcasmo leggero, le sue parole. Sospira di nuovo, più serena almeno in parte. E si trova a realizzare che.. riesce, finalmente, a sentire qualcosa di molto simile alla pace. Il dado è tratto e.. non si tornerà indietro. China il viso al suo complimento. Non per imbarazzo, non è da lei. Ma per una propria riflessione personale, e la espone] ..cerco di fare del mio meglio per esserlo..[una brava persona] ..ma non sono migliore, o più importante, di tanta altra gente che, in questa città, non ha modo di trovare un aiuto, per quanto sperato..[non può che concordare, infine] ..hai ragione [concorda] ..la vita..vale la pena essere vissuta, comunque sia [pochi sanno apprezzare così tanto la veridicità di questa considerazione quanto coloro che si sanno condannati a morte. Ormai il thè sul tavolo ha perso ogni attrattiva. Il pensiero vaga veloce in tante cose da terminare, prima della fine. Primo fra tutti..] Non intendo fartene pentire..[afferma, scostando un poco la sedia dal tavolo, come volesse alzarsi. Ma ancora rimanda questo, per un'ultima richiesta] ..spero perciò di non chiederti..troppo, con questa richiesta [non si nega mai un ultimo desiderio, vero? Finalmente incrocia i suoi occhi. Chiari, quanto i propri. Uno scrutarsi reciprocamente negli intenti] ..un ultimo giorno. [spiega] ..come ti ho detto, ho una persona speciale nella mia vita. Io..[ride, e questa volta lo sente davvero un pizzico di imbarazzo. La situazione è così..strana, in fondo] ..ok, puoi prendermi definitivamente per una sentimentale ma.. desidero..un ultimo giorno con lui. Come..persona..[non sa se sia delicato dirlo, o meno. Ma lo fa] viva. In grado di..stare con lui alla luce del giorno. Un ultimo giorno in cui potrà sentire..il mio cuore battere..[finisce che si commuove, gli occhi diventano lucidi a questo esternare un sentimento tanto.. genuino e..bello. Sì. Non ci avrebbe certo sperato, eppure, ecco che deve asciugare una lacrima che, traditrice, non ce la fa a restarsene ferma] ..dopo di questo..lasciami detto solo dove..avverrà e mi farò..trovare lì. Non mancherò.


Will:
[Ne è convinto, per ora, di quello che sta facendo, è convinto che sia una buona cosa…da vedersi poi se sarà davvero così. È sempre stato fermo sulle sue scelte, sulle decisioni prese nella sua vita, e non rimpiange nulla nonostante poi si siano rivelate in gran parte pessime le alternative di vita da lui intraprese. Ha sempre accettato le conseguenze delle sue azioni, ma stavolta è più cauto, mette in chiaro le cose. Niente problemi, perché sa benissimo che potrebbe non essere l’unico a pagarne il prezzo. Ammette a se stesso che quel pensare per due gli viene faticoso e difficile, ha sempre ragionato per sè e valutato per sè, ma ora deve mettere in conto che non è più solo, ha accanto una persona…forse…. Bè, lui la percepisce così, perché si è impegnato indirettamente, ma avrà poi modo di parlare anche con Nina. Ora i suoi pensieri si collegano come fili ad altro. Aiutare Ariel per aiutare se stesso, di fatto è un po’ egoistico come pensiero, ma tant’è… non ha mai preteso d’esser altruista e buono, è semplicemente William e solo così sa essere. Che si voglia rivedere è altro, e chissà se poi effettivamente l’aiutare quella ragazza lo metterà sulla buona strada per diventare un uomo migliore… certe cose difficilmente si possono cambiare. Normalmente Will direbbe che le persone non cambiano mai, fingono soltanto di farlo, smussano inutilmente angoli per poi tornare ad essere quelle di sempre, ma ora ha bisogno di pensarla in altro modo, ha bisogno di darsi una possibilità, di credere che può migliorarsi, redimersi, per Nina. Non commenta nulla di ciò che Ariel dice, si perde semplicemente in riflessioni sue e viene destato dal contatto della mano di Ariel sulla sua, un gesto così spontaneo e naturale che lo stupisce e si ferma a guardarla leggermente sorpreso. È umana, le sue sono reazioni umane… lui ha quasi dimenticato com’è essere così fragili ed emotivi, si è da sempre congelato nel suo isolamento interiore, seppellendo i sentimenti sotto strati di indifferenza, cinismo e freddo menefreghismo. Sacrificare il resto per sopravvivere, un meccanismo di difesa questo suo spegnersi emotivamente, questo suo non voler sentir nulla, perché il solo aprirsi implicherebbe aver troppo da affrontare. Ora lo comprende bene e, a volte, vorrebbe tornarsene allo stato di prima, vorrebbe tornare a difendersi e invece ha incontrato la persona che seppur di poco ha abbattuto il suo muro. Non è ancora pronto per molte cose e si affaccia come un bambino su questo nuovo mondo fatto di sentimenti ed emozioni, prendendosi ciò che gli arriva con il triplo dell’intensità rispetto a come arriverebbe a una normale persona. Chissà, magari prima o poi imparerà a gestire il tutto e, se ci pensa, se pensa in quest’ottica, ciò che sta per fare è a dir poco una follia. Legare a sé una persona quando nemmeno sa come gestire se stesso, ma da qualche parte dovrà pur sempre iniziare, no? Così diversi, William e Ariel, lo si capisce anche dalla risposta che la ragazza gli dà circa il suo “essere una brava persona” *..ma non sono migliore, o più importante, di tanta altra gente che, in questa città, non ha modo di trovare un aiuto, per quanto sperato..* Lui la penserebbe in altro modo, lui si penserebbe migliore e più importante di molta altra gente in quella città. Presuntuoso, arrogante a volte, egoista, poco propenso a capire il prossimo, ma tutto sommato ha qualche buona qualità nascosta sotto tutte queste cose. È capace di grandi atti se giustamente motivati, è molto legato a ben poche persone e, per esse, farebbe qualsiasi cosa, darebbe persino la sua tanto amata vita. Ma Ariel non gli farà pentire di nulla, non gli causerà problemi, questo gli dice la ragazza, e aggiunge altro: una piccola richiesta aggiuntiva, un ultimo giorno da umana per poter stare con la sua persona speciale. Ok, il definirsi ancora una persona viva lo irrita un po’ e lo si noterà dal suo viso, che sa essere terribilmente espressivo.]Ehi, io sono ancora una persona viva, molto viva, per la cronaca.[Poteva astenersi da un commento del genere? Difficilmente, si tratta pur sempre di William, non si rende conto che potrebbe persino mettere a disagio Ariel, già imbarazzata di suo, e ora pure commossa nel parlare del sentimento che vive. Distoglie lo sguardo, William, come a volerle lasciare la sua privacy… la verità è che certe cose lo mettono a disagio, non sa mai cosa fare o dire. Fa un cenno alla cameriera.]Milady, mi permetta un attimo..[Toglie la penna dalla mano della donna e scrive qualcosa su un tovagliolino, allungandolo poi verso Ariel, come segno di tacito assenso alla sua richiesta. In seguito si premura di pagare il conto.]Pago quello che ha preso la signorina, tenga il resto.[Sorride alla cameriera tendendole dei soldi e una volta ch’ella si sarà allontanata, William si rivolgerà di nuovo ad Ariel.]Un giorno, un giorno solo, prima che io rinsavisca e cambi idea.[Sarà difficile che questo accada, di solito prende decisioni e non torna mai indietro.]Casa mia.[Indica il tovagliolino con un cenno del capo e intanto scosta la sedia, se Ariel avrà altro da dire o domandare l’ascolterà, altrimenti lei lo vedrà congedarsi elegantemente. È pur sempre un gentleman, ma è arrivato il momento di alimentarsi e se non ci sarà altro di cui discutere se ne andrà per la sua strada.]

Ariel

[Non intendeva certo offendere, con la propria frase, e si dispiace di essere sembrata davvero.. indelicata, a parlare di essere ancora vivi proprio davanti ad un vampiro. Cosa si era ripromessa? Attenta alle parole? Bhè, a quanto pare scollegare completamente cuore, le emozioni in merito a quanto deve fare, e quello che deve dire nel proprio discorrere è..meno facile di quanto pensasse. Almeno..non ci ha ripensato. Esprime, quindi, le scuse] ..Scusami, William. Non intendevo quello. Sono solo..molto influenzata da..tutto, praticamente. [l'educazione in merito a quanto è un vampiro, quello che ha vissuto. Insomma, qualunque umano in genere viene anche bombardato dai mass media con l'accezione che i vampiri siano creature defunte che si nutrono di sangue. E' un lapsus. Pessimo nel tempismo, ma non detto sicuramente con intento dispregiativo] Umana..[rettifica] ..un ultimo giorno da umana [e quindi con annesso tutto ciò che ha detto prima. I modi galanti del vampiro fanno nuovamente capolino. E per compiere cosa, ha modo di assistervi: scrive infatti sul tovagliolo qualcosa, e questo qualcosa può leggerlo quando si avvicina proprio quel pezzo di carta a sè. Un indirizzo. A primo impatto non sa dove sia, ma si informerà senz'altro. Non può davvero mancare. Intenta a cercare di ricordare la via, si accorge in ritardo dell'arrivo della cameriera, cosa che avviene quando Will le porge i soldi per pagare. Inutile cercare di fermarlo, anche se solleva comunque l'obiezione] Oh...no aspe..[tardi, appunto. Si sente un disco rotto, non può fare altrimenti se non..] Bhè...grazie, di nuovo. [dice, facendo pure la considerazione che di ciò che ha preso ha poi spiluccato poco. Ci può far poco, rischia concretamente di dar di stomaco. E' troppo tesa, non le fa bene questo. Non per colpa di William, l'impatto emotivo è quello che è, anche quando sai di non poter tornare indietro perchè alternative non ve ne sono. Andrà bene. Deve credere in questo. A quello che lei e Preston si sono promessi. E farà di tutto per mantenerla, quella promessa. Prende il tovagliolo, quindi, e lo pone nella tasca della borsa assicurandosi di chiuderla bene. Perdere quel biglietto, conscia che se mancherà all'appuntamento andrà tutto a p..ersoncine per bene non può permetterselo. Annuisce, siglando l'impegno definitivo. E cerca pure di sorridere, sente di doverlo compiere. E' la scelta giusta, quindi non può essere musona!] Va bene. Non ho esattamente idea della zona ma, ehi! se non riesco nemmeno a orientarmi per la città sarei proprio un caso da sbattere in una stanza imbottita con tanto di perdita *accidentale* della chiave! [ironia, che gran mezzo per farsi forza. Per racchiudere il marcio che la consuma e dimostrarsi ben più forte di quanto sia in realtà. Perchè i dilemmi sono tanti, le paure ancora di più. Ma niente ripensamenti, non può averli. Non così vicina all'obiettivo. Visto il suo volersi congedare gli offre un'ultima stretta di mano] Tra un giorno ti verrò a trovare [un giorno e mezzo, visto che andrà da lui di notte. Ha persino qualche ora in più del previsto se la si vede con l'ottica giusta] ..per cui..a presto, William [resterà nel bar ancora un pò, al contrario del vampiro. Per metabolizzare la cosa, e cercare di finire l'ordinazione che è un peccato resti lì. Lo sente importante quanto un condannato è conscio che sarà l'ultima volta che mangerà simili squisitezze. Inoltre..non crede di essere proprio nella facoltà di camminare, al momento. Ecco un altro vantaggio nell'amare qualcuno in grado di teletrasportarsi un pò ovunque! Sa che non dovrà attendere molto, dacchè lo chiamerà su cellulare, perchè Preston possa giungere lì, a ritemprare i propri dubbi, e darle tutta quell'allegria, quel bisogno di vivere, che le permetterà di affrontare anche questa sfida.. a testa alta]
view post Posted: 4/1/2013, 21:11 Salve a tutti! - Benvenuti!
:luce: Benvenuto tra noi!
Come più volte ribadito siamo solo contente se qualcuno decide (saggiamento o puramente da folle) di imbarcarsi in quest'avventura virtuale. Speriamo che il gdr possa divertirti e, giusto per riprendere quanto detto dalla mia collega, se avessi necessità di chiarimenti non farti alcun tipo di remora, siamo qui apposta per aiutare!
view post Posted: 2/1/2013, 16:15 Saaalve! - Benvenuti!
*_* Benvenuta tra di noi, Pernilla!
Siamo sempre più che felici quando qualcuno si aggiunge alla nostra follia collettiva. Se dovessi avere dubbi, o per qualunque cosa, non esitare a contattarmi.
:wub: E visto che ci sono, buon anno visto che abbiamo giusto passato da poco il fatidico passaggio col 2013. :lovvissimo:
view post Posted: 30/12/2012, 00:58 Salve cari! - Benvenuti!
:wub: E' semplicemente favoloso che tu abbia deciso di aggregarti a questa follia da multi-personalità che è Shadows. Per cui non preoccuparti, ti sentirai anche fin troppo a casa...te ne renderai conto prestissimo! E non è una minaccia, per inciso! :leggo:


.........forse :perfi:
view post Posted: 17/12/2012, 20:57 Elenoire - LadYuna's Diaries
Il post è da considerarsi svolto giusto qualche settimana fa °°..qualcuno -leggesi io- è particolarmente scrauso e lento nello scrivere

Elenoire
[Avrebbe valutato molte cose come possibili, nell'eternità della propria esistenza. Di tante, l'ultima era senz'altro che avrebbe potuto tangere la mortalità degli umani. Solo la mortalità? No. La loro stessa esistenza, adesso le appartiene. Un qualcosa di necessario, perchè quel maledetto oggetto consarcrato, conficcato nelle proprie carni, adesso non brucia più. Fa male, ovvio. Come può dolore una ferita a un essere umano. Ma non vi è più il bruciore, quel sentirsi corrodere a ogni momento. Finalmente, dopo giorni di agonia, la mente di Elenoire riesce a tornare.. lucida, laddove per *lucida* si intende il riuscire a pensare ad altro rispetto al male che la divorava. E' bello, pensare a ciò al passato. Le parole dell'artefice del proprio cambiamento ancora le risuonano nella mente, così come il suggerimento che le ha fornito. Lo seguirà? Può essere. Deve riconoscerlo, ha posto la questione in maniera molto allettante, e benchè ogni percezione ora sia strana -in quanto *diversa*- avrà un suo perchè anche dopo che sarà..totalmente guarita. Le ha detto di cercarlo, quando si sentirà pronta a tornare sè stessa. Già, forse dovrebbe sentire umiliante il proprio stato attuale. Umana. Uno spregio per un vampiro puro essere rinchiuso nelle carni di una loro preda. Eppure, non bisogna dimenticarlo.. è proprio da una preda che lei ha trovato l'uomo che ama. E la curiosità, una volta di più, la rende propensa a vedere le conseguenze di questo cambiamento da un'ottica tutta sua, che poco ha a che fare con quanto dovrebbe provare, in quanto vampira. Non lo è più, in ogni caso. Sospira, e questa volta lo può fare senza che ciò debba essere finzione. Basta perdersi nei pensieri un attimo, e riesce a sorprendersi di quanto sia naturale per gli umani il respirare, un dettaglio che li ha sempre differenziati dalla propria razza e uno dei molti che i bevitori di sangue sono costretti a emulare, con molta fatica e concentrazione, per mescolarsi tra loro. Per gli umani è così... facile.
Si copre meglio con le lenzuola, avverte distintamente la temperatura più fredda e quindi la necessità di calore. Un qualcosa che non ha mai provato e provoca fastidio, fintanto che il corpo non avverte il tepore. Ecco, in quegli istanti il piacere di sentirsi scaldare..non riesce nemmeno a spiegarlo quanto può essere gradevole. Con l'assenza di Several in casa, immagina che Ian abbia accompagnato l'ospite alla porta per il loro congedo. E' naturale, non si potrebbe fare altrimenti in rispetto a chi -non solo è titolato- ma anche fautore di un aiuto. L'etichetta è importante, ma non vede l'ora che possa tornare da sè. Ci sono diverse raccomandazioni che le sono state date da quell'ecclettico personaggio, ma ora le importa assai poco, tutto ciò che vuole è che Ian..torni da sè. Vuole scorgere la sua espressione, nella fioca luce dai candelabri, sorprendersi nel sentire, in sè, un cuore che pulsa e la rende...ciò che lui stesso era, prima che lo elevasse a membro della propria specie. Fa fatica a distinguere bene i suoni, ma forse sono davvero passi quelli che avverte? Non è sicura come lo sarebbe stata da vampira, non percepisce più il compagno nè con l'olfatto nè con altro] ..Ian? [Lo chiama, incerta. Per la prima volta, incerta su quanto sente. Come fanno gli umani, a sopportare dei sensi tanto.. limitati?]

Ian.
[L’essersi rivolto nel chiedere aiuto a Victor van Dort ha portato a risolvere in parte ciò che rendeva la sua Elenoire corrosa e dolente. Era cosa impossibile e insopportabile vederla ridotta quasi ad una larva e non bastava ormai fornirgli numerose e più vittime di cui nutrirsi. La vampira restava sempre più consunta. Ed è un immenso sollievo saperla ora stare molto meglio grazie all’aiuto di un vampiro - Amedeus - che ha fornito la loro soluzione. Indubbia la gratitudine che Ian deve a Victor e questo nobile vampiro. Insomma dovranno fare altro, ma come ha appurato la sua compagna ora starà meglio, infinitamente meglio. Ha accompagnato il loro ospite per dargli degno congedo, ma è ovvia la sua ansia nel voler raggiungere la sua amata. Ed è proprio lui che ora varca la soglia della loro camera richiamato della vampira? Questa è la sua abituale percezione. Eh caro Ian non è più questa ora la sua essenza e lo coglie anche lui il diverso essere di Elenoire. Nè sente il battito regolare del cuore, il fluirne del sangue nelle vene e il calore corporeo..e il suo profumo è qualcosa di assolutamente diverso. Avanza sorridendole è bellissima come non mai. E’ una cosa nuova anche per lui.] Elenoire sono qui….[La voce è bassa e modulata. Le si fa vicino sedendosi al bordo del letto e guardandola con una luce diversa. Lei ha un colorito delizioso..è umana. ]Come ti senti vita mia?[Mai come adesso questa frase ha un senso così pieno. Le accarezza lieve il capelli timoroso, perché sa che le sue dita sono gelide e non vuole darle sensazioni sgradite. Sarà graduale il suo farle comprendere che seppur freddo nella temperatura corporea, ha dentro un calore immenso da darle. La desidera nel pieno senso della parola. Ma deve dare tempo al tempo. Il ciondolo che ha al collo ha smesso di brillare ed è *muto* ma solo a testimonianza, che Elenoire ha cambiato essenza, non che è *morta*. Ma per Ian vederlo di nuovo spengersi gli ha strappato un angoscioso ricordo legato al passato. La guarda e anche i suoi occhi hanno una intensità luminosa diversa, il blu cobalto è molto più trasparente….tutti particolari che lo prendono e se aveva deciso di non traumatizzarla col freddo della sua pelle ..bhe ora ci rinuncia, mette da parte ogni remora, perché troppa è la voglia di *sentirla*. Le sue labbra cercano quelle di Elenoire e lieve è quel tocco, uno sfiorarsi tremulo quasi. Poi prosegue seguendo il contorno del suo collo, tiepida è la pelle della compagna. Le sente pulsare il sangue nelle vene, ed è come ubriacarsi. Proprio perché l’ama e la desidera quasi fino a contorcersi, vorrebbe affondare i canini in quelle deliziose carni…ma lei sentirà che solo con i dentini le sfiora la pelle. Come può non desiderarla, siano a tangere la voglia di assaporare il suo sangue ora che è così…così tanto vicina a lui in tutti i sensi. Ma si trattiene e torna guardarla.]Hai meno dolore ora spero? [Ancora le sfiora una ciocca setosa. Vorrebbe prenderla, ma in altro modo. Ma sa che deve aver pazienza.]

Elenoire: [La porta della stanza si apre, finalmente. Ed è davvero il suo Ian che arriva nella camera, rassicurandola della sua presenza. Il cuore ha un balzo nel petto che le fa trattenere il respiro perchè..lo vede, ed è come vederlo per la prima volta. Con occhi diversi, con una natura mortale, ammira quanto sia infinitamente seducente tra le luci, e le ombre, che si stagliano sul suo corpo mentre le si avvicina e si siede sul letto. Gli sorride, conscia che non ha facoltà di nascondergli quanto il cuore non abbia affatto cessato di battere più forte, e anzi, prosegue a farlo anche più adesso che le è..così vicino] ..meglio..[non è il massimo dell'eloquenza, ma le parole le sono morte in gola. Certo, il male dell'oggetto benedetto è cessato in quanto non è più una creatura opposta alla magia di quell'arma. Ma ha pur sempre una ferita, e in essa conficcato qualcosa. Dovrà essere estratto, e dovrà guarire, prima che possa tornare vampira. Le parole di Amadeus le si ripropongono nella mente, ancora una volta, e sulla scia di queste è un leggero tremito che segue il percepire il freddo della pelle di Ian. Le sfiora i capelli, immagina non voglia renderle spiacevole l'accostarsi ad una temperatura nettamente inferiore a quella delle coperte. Lo sguardo le scivola al ciondolo che porta al collo e lo sfiora con le dita. Non brilla più, eppure non è morta. Tornerà a farlo, ci vuole solo.. tempo. Il degno concludersi di questo pensiero è l'avvicinarsi delle labbra del compagno. Le donano un nuovo brivido, che non colloca esattamente nello spiacevole proprio perchè lei stessa ha voluto quell'incontrarsi. Breve, con quel tremito accennato che si fa più concreto come è la pelle del collo che viene solleticata. Quanti pensieri che insorgono nella mente, solo per questo! Tanti, e per lo più confusi, con il solo desiderio di arrendersi ad essi, a lui. Riesce a trovare lo spazio per ironizzare sulla cosa, solo per via..del proprio carattere] ..dai l'impressione di volermi mangiare, vita mia..[e' più di un'impressione, a dire il vero. Si fa indietro con la schiena per trovare un appoggio migliore e comodo sui cuscini alle proprie spalle e aver modo di guardarne gli occhi. Meravigliosi, da essere indescrivibili. Persino la penombra non può smorzarne il colore verde intenso. Oh, sì..ha una prova ancora maggiore che non avrebbe potuto fargli dono migliore dell'immortalità. Il solo pensiero che la sua pelle potesse conoscere la vecchiaia, e i suoi occhi divenire opachi e anziani..non lo sopporta] ..sì, ora..ho meno dolore..[e non si riferisce prettamente al dolore fisico della ferita. Essere separati è stato il peggior tormento a cui potesse sottoporsi. Incantata, gli sfiora il viso con le dita. Lo stesso rispetto che si riserverebbe a un'opera d'arte. E lei l'ha creata, è così strano poterlo ammirare..in simili sembianze. Non come colei che ha reso quella bellezza immortale, ma come un'umana che resti soggiogata e rapita da tanta magnificenza] ..sei così bello, amore mio...[già, è realmente come non l'avesse davvero mai visto. Non con questa intensità..non con un cuore che batte forte, non con il sospiro che mette calma al respirare tanto le emozioni sono..travolgenti. Persino indebolita, e ancora non guarita, lo desidera così tanto da esserne..vinta]

Ian. [ Bhe lui nè legge l’aurea, ed è sorpreso di come Elenoire assuma diversissime nuove tonalità nel sentire, appunto umane *__*. Lei si scosta dopo il *volerla mangiare* appunto come asserisce rivolta ad Ian. Eh, che ti deve dire è una pulsione che ha sorpreso anche lui che fa una miriade di fantasie sul loro futuro amarsi. Anche quella di morderti. Lei dicevo, si sistema sui cuscini e lo guarda come fosse la prima volta. E’ per ambedue una grossa novità, sono invertite le parti. Per Ian ora Elenoire ha una diversa valenza, la rende a lui ancor più preziosa il vedersela umana. La guarda voglioso e non lo nasconde, i suoi occhi appariranno nuovi alla compagna, ma ciò che in essi brucia è pura passione. Sale sul letto facendo attenzione a non risultare fastidioso nell’avvicinarsi ulteriormente a lei. Come è bella, desiderabile, la vorrebbe amare perché dentro sente nascergli questo impulso violento ed è così lacerante tanto da farlo stare male.]Non voglio morderti nè mangiarti, ma voglio te..[Più chiaro di così! Le sorride ed è vicino, vicino. Ancora gioca a sfiorarle il viso con la punta del suo naso. Tutto mentre lei lo sfiora ancora.] Elenoire non tentarmi o dimentico che sei ancora ferita…..[Malizioso la sfida, ma ama questi loro giochi, saranno cambiati si, ma il loro amarsi è sempre lo stesso. Sente il battito impetuoso del cuore della compagna e questo lo sta mandando completamente fuori di testa.]Sono bello? Tu mi hai reso così, lo dimentichi?[Non dice questo con nessuna nota particolare, se non con molta passione. Ha accettato il suo essere un vampiro oramai.]Tu lo sai cosa mi stai facendo, vero? Lo sai o no? Sei di una bellezza mozzafiato…..sei sconvolgente e ti desidero siano a bruciarne. Ma dobbiamo tagliere quella cosa che ti ferisce ancora….[Accidenti deve ancora aspettare per amarti in modo completo. Che tortura.] Sai che devo portarti in ospedale? Ma sarò con te sempre…[ E detto questo torna a baciarne le labbra, voglioso e bramoso. Insomma sei ancor più desiderabile in versione umana Elenoire per lui. Una droga, un veleno delizioso, l’ubriachi. E lui se deve torturarti e torturarsi in e con questi giochini, bhe ha di che sguazzarci dentro. E’ bello questo nuovo viversi, profondamente bello.]

Elenoire
[Certo lo sa, di avere il merito di aver reso immortale la bellezza che ha di fronte. L'orgoglio spesso conosce prove ardue, e Ian è sempre stato una sfida a sè stessa e alle proprie convinzioni. Tuttavia sul volerlo appartenente alla propria razza, no, questo non conosce alcun dubbio. Percepirlo, viverlo, come umana..completa in modo distorto il loro legame. Se solo non avesse quel fastidioso tarlo della sua umanità perduta. Sa cosa sta facendo? In parte. Ammette di star muovendo i prossimi passi in un totale e imprevedibile azzardo. Le si avvicina, cauto nel salire sul letto. Suppone non sappia lui stesso quanto o meno possa compiere senza danneggiarla, ora che è rinchiusa in un involucro senz'altro più fragile fisicamente della natura che ha dovuto temporaneamente lasciare] Non lo dimentico, Ian..[gli risponde, e lo marca con convinzione questo. E' la naturale risposta alla passione che sente nel suo tono. Perchè avrà pur sempre limitati sensi umani, tuttavia..quella nota nella voce non potrebbe equivocarla. Il desiderio, come poche cose, ha caratterizzato il proprio esistere, e il farsi desiderare alla follia anche più. Per ironia, spesso, questo tratto si capovolge con Ian, e non riesce a non bramarlo totalmente da ritenere ogni intrusione esterna una minaccia a cui deve reagire. Sì, finalmente parliamo di reazione, ma con metodo questa volta. I suoi elogi le danno solo terreno più fertile per proseguire, sebbene il futuro le appaia più confuso di quanto non avrebbe preventivato fino a qualche mese addietro. Sprofonda maggiormente nei cuscini, con uno sbuffo allontana una ciocca di capelli dal viso poichè le proprie mani sono impegnate tra le ciocche del compagno e il suo volto. Segue un ragionamento logico, il contro di tutta quella questione] ..tuttavia all'alba dovrai tornare qui a riposare..[per necessità, forse, potrà tollerare che non le sia a fianco. Forse. Il pensiero si annulla nel sentire le sue labbra, fredde da farla tremare ma non è certo abbastanza per negarselo, anzi, riesce anche a scherzarsi] ..dovresti nutrirti..[gli suggerisce, passando i polpastrelli lungo i contorni della sua bocca. Che non darebbe per avere di più, ma già un bacio passionale, nelle sue movenze, le ha fatto provare sensazioni che non le garbano, e tutta per colpa di quella ferita. Non colpevolizza Ian, che lo desideri con medesima brama è davvero palese negli occhi di Elenoire, non può celarsi un qualcosa di così sentito e provato in maniera tanto divorante] ..io farò del mio meglio per guarire in fretta, ma tu non devi sciuparti nella preoccupazione. Passeremo..anche questa..e poi..[lascia volutamente la sospensione a intendere molte cose. Per lo più a quanto sentiranno appagante l'essersi ritrovati. Ai *purchè avvenga questo..* ci penseranno dopo. Quello che non può attendere, invece, è quanto fare una volta che sarà in ospedale. Sospira, poichè riflette proprio su questo] ..Amadeus ha suggerito che, per il giorno, qualcuno mi sia vicino in questa *trasizione* [se così la vogliamo chiamare] ..i miei occhi non hanno mai sopportato la luce diurna..e potranno iniziare a farlo. Ma non subito..[d'altronde non è mai stata umana. Mai gli occhi di Elenoire hanno visto il mondo al di fuori dell'Oscurità della notte, e questo li rende sensibili maggiormente ora che sono umani. Un piccolo effetto collaterale, temporaneo]

Ian.[Si è avvicinato a lei per apporle un bacio forse anche più definito del precedente, ma ha chiara la percezione che ci vuole molta più *delicatezza* nel porsi ora con Elenoire. Sia fisicamente che spiritualmente. E’ evidente che Ian deve ben valutare questo suo particolare *stato*. Ma nonostante la stazza e la forza che lo caratterizzano, con la lettura dell’aurea sa che la compagna seppur mascherando la dolenza dovuta alla ferita, ha ben di che essere preservata da slanci passionali che risulterebbero un po’ mal sopportati. Ma solo per la sua non perfetta forma fisica attuale. Verrà anche il momento per questo loro ritrovarsi. Ci vuole pazienza lo sa..ancora un po’ di pazienza. Ecco che si sposta Ian e si adagia restando sul letto, appoggiandosi sul un gomito mantenendo il contatto visivo con Elenoire e l’ascolta attento. Bhe la sua temperatura corporea sa che può dar fastidio alla compagna, come non comprenderlo? E deve nutrirsi, ma ancora può aspettare. Sul come potrebbero amarsi appena lei starà meglio, bhe sa anche dosare la sua passionalità senza dover risultare pesante ma nemmeno *delicato*, dato che in passato ha avuto rapporti esclusivamente fisici con umane, senza per altro ricevere proteste XD. Questo pensiero resta racchiuso nel suo se, mentre lo formula, ma un sorrisino increspa le sue labbra. Insomma la pratica è servita….Elenoire va ancora illustrando cosa dovrebbero fare: tra le varie ed eventuali, cita il sapere che Ian dovrà assetarsi durante la notte per alimentarsi e pare accondiscendente in ciò. Anche se lui percepisce il preferire della compagna ad altra soluzione. Insomma ti vorrebbe con se! Ed è cosa naturalissima questa. Desiderata anche da lui, bhe sa come ovviare anche a questo. Tranquillo la continua a seguire in silenzio. Cita lei…*.Amadeus ha suggerito che, per il giorno, qualcuno mi sia vicino in questa *trasizione* [se così la vogliamo chiamare] ..i miei occhi non hanno mai sopportato la luce diurna..e potranno iniziare a farlo. Ma non subito..* . A questa affermazione si fa più attento tanto da apparire un tantino perplesso. Ian aveva pensato di assumere temporaneamente un’infermiera per far seguire Elenoire nel suo periodo post-guarigione. E ora visto che la compagna pare aver finito il suo disquisire- nota che nonostante sia umana rimane analitica e ponderata come sempre - caro Ian è sempre Elenoire no?]Vita mia non ci sono problemi inerenti alla mia assenza dovuta al nutrirmi, posso ovviare a questo e restarti vicino anche nella mia veglia notturna. Sarà bellissimo tutelarti e proteggerti nel tuo dormire, sei la mia bambina infondo?[Ritorna a ricordi passati ad eventi nei quali l’ha appellata dolcemente così….]Per l’altra questione a tutela della tua temporanea *transizione*, bhe pensavo di affiancarti una collaborazione specializzata: un’infermiera..[Pausa voluta e dovuta.]Ammeno che tu non abbia altra soluzione o idea.[Eh diciamo che sospetta un qualcosa, ma ama sentire cosa la compagna desideri per il suo se. Resta ad osservarla ancora con attenzione. Certamente i suoi occhi si soffermano anche su altro: il suo collo, per l’appunto e vede le vene pulsarvi. Insomma gli è rimasta la fissa di morderla….chissà che all’apice di un qualche loro futuro approccio passionale, Ian si faccia trascinare dalla sua natura selvaggio-animalesco-vampirica e gusti e assapori questa opzione XD. Mah…sei inquietante fattelo dire. Ma lui sa che ne scaturirebbe incommensurabile piacere per entrambi…sei un po’ distratto mi sa, da nuovi giochini tu °°.]

Elenoire: Tuttavia..[continua il ragionamento del compagno] ..vi sono limiti che è necessario affrontare. Non potrai essermi a fianco, durante il giorno. Lì non potrai vegliare sulle mie condizioni, e sarò..[storce le labbra in una smorfia di palese disgusto a questo pensare. Perchè debole detesta esserlo, e di recente troppe volte ha toccato quel baratro folle in cui, per fatalità, ha quasi rischiato la propria preziosa immortalità. Se non fosse ferita avrebbe forte la tentazione di stendersi a sua volta sul fianco, così come ha compiuto il compagno, per parlargli ancora, almeno fino all'alba. Sì, perchè non vi è solo desiderio di possedersi ancora, per quanto sia una creatura carnale Elenoire è di altro che ha avvertito molto più la mancanza. Lascia cadere il discorso sulla debolezza, il compagno ha comunque capito e non intende sottolineare una volta di più quanto ha sempre sostenuto: gli umani sono troppo..fragili. Non muta il proprio restare sdraiata di schiena, ma non si nega nè il guardare Ian come in proseguire ad avere contatto con lui tramite le carezze, pare non esserne mai abbastanza paga. O magari, senza doverlo confessare, è solamente la concezione che per troppo sono stati distanti che le impedisce anche più di essere restìa ai contatti tra loro come era..giusto qualche mese addietro. Non riesce nemmeno quasi a comprendere perchè l'abbia fatto con tanta fermezza, visto che star separati è stata una tortura tanto profonda. La natura umana può anche far questo: il benessere rende meno certo anche l'intento più saldo, ma giungerà di nuovo a capo della cosa..quando starà meglio. Forse. Magari non vorrà nemmeno ricordarsene, ha talmente tanto altro a cui pensare, adesso. Figurarsi poi nei prossimi tempi. Giocando, gli tira una ciocca di capelli. Un gesto vezzoso, impertinente, compiuto per un moto di stizza ironico] ..non sono una bambina! [ribatte a tono soffuso. Sì, lo sa che è detto con dolcezza, e rievocando il passato. Ma non vuole rievocarlo, questo è il punto. In questo momento lo sta tenendo fuori, deve farlo..se intende darsi una possibilità di ripartire. Aggrotta poi la fronte. Un..infermiera? Lei dovrebbe stare a contatto in uno dei momenti più delicati della propria esistenza con un'estranea? Si vede proprio che la cosa non la entusiasma, è terribilmente facile leggere i suoi sentimenti anche senza bisogno della dote Auspicio. Imbroncia persino appena le labbra, che arriccia un secondo dopo, quando è il momento di far presente il proprio punto di vista] No..[e pure con il capo si mostra in disaccordo, con un cenno] No, Ian. Non voglio un'infermiera. Cosa ne sa un'infermiera di quanto io ho necessità? Perchè dovrebbe avere il privilegio di essere i miei occhi, quando non potrò ancora guardare il mondo diurno? [Storce anche il nasino e, anche se prova a valutare la cosa sente solo il rigetto di un simile pensiero. Avere idee? Oh, lei ne ha sempre, solitamente è brava a tirarne fuori dal cilindro dei propri intenti. Ma si prende qualche attimo, per ponderare la cosa. O meglio, per coprirsi di più con le coperte, in cerca di una zona più *calda* in cui lasciare in torpore il corpo sofferente] ..i miei alleati sono vampiri [quindi è da escludersi che possano esserle d'aiuto e..non vuole ricorrere a loro, neppure a Xavier per il momento, fintanto che non avrà..il controllo di questa..misera forma umana. La coglie un'illuminazione, e il sorriso fa nuovamente capolino] ..la cara, piccola, e dolce Evangeline.. dove si trova, vita mia? [gli domanda, interessata] ..potrebbe essere ideale..[diciamo così, vero Elenoire? Anzi, più pensa alla cosa, più diventa cosciente che non accetterà altra soluzione. Chi disse "Tieni gli amici vicini, ma i nemici ancora di più" doveva esser stato colto da situazioni similari a questa per aver azzeccato il nocciolo della questione che si sta delineando tra i due compagni] ..sempre che quella ragazza non intenda essere tanto ingrata dopo che tu le hai dato una casa..e aiuto [è un pò piccato, nel finale, questo dire. Ma riesce a continuare come non fosse caduta in questa amarezza di fondo] ..l'hai definita come una sorella. Non vedo quindi perchè non dovrebbe mettersi a disposizione del tuo momento del bisogno, quando tu ci sei stato per lei [conclude] voglio Evangeline, Ian. Ti chiedo quindi di fare in modo che accetti [e si potrebbe facilmente pensare che sia incluso il dire: con ogni mezzo di cui disponi, anche poco lecito. Però Elenoire non lo menziona, e dopo aver pronunciato questo desiderio sembra davvero calmata e quieta, che è meglio non mettere in dubbio che voglia eva senza seconde ripercussioni o volontà se non quelle che ha già menzionato. Non le sfugge che le guarda il collo, e le scende un brivido lungo la schiena. Magari se lo chiede anche cosa significhi, per gli umani, il loro morso. L'ha sempre reso un'esperienza così sensuale anche nella violenza che..adesso il dubbio è lecito. Chissà in futuro, ma adesso si stropiccia un occhio, colta da un'ondata di spossatezza e sonno tale che reprime uno sbadiglio. E' pur sempre notte, e ha passato qualcosa che ha stravolto molto la propria natura e il proprio essere] ..portami all'ospedale, Ian. [stringe i denti, giusto un poco] ..voglio essere guarita, questa è la priorità adesso. Detesto stare a letto, in tua presenza ed essere..in questo stato [ehehe ok, questa è facile immaginare il perchè. Con un letto e con Ian a disposizione avrebbe fatto tutto meno che starsene ferma] ma prima un bacio, vita mia. Se dovranno tenermi in quel posto orribile [perchè proprio il concetto di malato e ferito le causa rigetto, di rado si è recata in un Ospedale da vampira se non per cause davvero importanti. Ma proprio come ultima risorsa]..almeno che vi resti con il sapore delle tue labbra a ricordarmi che prima potrò guarire..prima potremo stare insieme..come preferisco..

Ian. [Ripartire… e ripartiamo lasciando ciò che è stato dietro, ce la possono fare. Entrambi. Ci sono scelte da fare. L’infermiera: appunto questa cosa non piace ad Elenoire. Non gli serve ricorrere all’Auspicio no no. Diniego totale: *No, Ian. Non voglio un'infermiera. Cosa ne sa un'infermiera di quanto io ho necessità? Perchè dovrebbe avere il privilegio di essere i miei occhi, quando non potrò ancora guardare il mondo diurno?* Sottolineato e molto bene il concetto…..Ian ascolta impassibile e cosa si evince che Elenoire *è brava a tirarne fuori dal cilindro dei propri intenti*?Cosa?Ma la soluzione che si traduce in un nome: Evangeline. La mimica facciale del vampiro assume un’espressione per un attimo interrogativa, ma niente altro. Elenoire *vuole* Eva! Chiede pure dove sia ora essa. Il resto..bhe Ian lo comprende con la lettura dell’aurea della compagna, ma non aggiunge niente se non..]Eva è da William un mio caro amico…..[Non specifica altro. Sarà poi lui stesso a recarsi da esso e cercherà di convincere la sua *sorellina*, non la obbligherebbe questo no. Ma troverà il modo.]Inoltre vita mia l’opzione *infermiera* era un suggerimento, niente altro.[Non ha gradito come Elenoire abbia reagito alla cosa, ma non ha voglia di discutere, nè servono polemiche in questo momento. Ancora lei prende decisioni, per il suo se. Ma la lascia fare. Qui già si potrebbe come dire darle una piccola prova di cosa compete agli umani e forse potrebbe anche servire ad essa: essere un pochino umile. Almeno a fronte di cosa Ian aveva pensato per lei. Perché era semplicemente una scelta per non metterla a disagio con Eva. Non è così sprovveduto da non aver compreso che la sua amata non abbia questa viscerale simpatia per la streghetta. Ma se la rende tranquilla averla nella loro stessa dimora,
che sia. Per rassicurarla ora le dice.]Vedi mia amata tu ancora pensi che io agisca senza porti tra le prime delle mie priorità, anzi tu e il tuo benessere siete la mia prima priorità. Magari credi che il proporti la mia idea per una soluzione professionale – dicasi infermiera – era una scelta unica. Sbagli e tanto proponevo….semplicemente. Dovresti porti in un’ottica un po’ meno rigida sai? Per gli umani si traduce in umiltà, l’umiltà che ho io nel condividere questa tua scelta vita mia. Giusto perché tu sia al più presto bene e sia felice finalmente..[Ne avranno avute abbastanza entrambi di vessazioni ed è ora di far pace con tutto e tutti. Si sposta quasi volesse alzarsi, ma quello che aggiunge la compagna ormai evidentemente anche spossata è una richiesta che fa parte della strada da percorrere a che lei stia presto bene *..portami all'ospedale, Ian.* e aggiunge una richiesta: *ma prima un bacio, vita mia. [..]..almeno che vi resti con il sapore delle tue labbra a ricordarmi che prima potrò guarire..prima potremo stare insieme..come preferisco..* La fissa con un’aria apparentemente interdetta e poi fa un sorrisetto furbo, ma ancora resta distante da Elenoire. Questo appare uno studiato modo di giocare, forse sottilmente crudele e provocatorio? Forse…ma poi semplicemente aggiunge.]Pensi di meritartelo un mio bacio, Bambina?[La osserva ancora distante e poi le si avvicina pronto ad apporle un bacio, ma si ritira ancora studiandone il bel viso.]Io nonostante tutto ho scelto te, Elenoire perché voglio te. Non dimenticarlo mai…[E finalmente arriva quel bacio che lei gli aveva chiesto, delicato ma con tanti sottointesi poco puri desideri….andranno poi in ospedale.]
view post Posted: 25/11/2012, 22:55 Elenoire - LadYuna's Diaries
Perderai, Elenoire
Continua a ripeterlo, con quella voce così tranquilla. Odiosa.

Identica.

"S...stai....zitta...!!" le inveisce contro. Non può fare altro che questo, ormai. Stremata, si accascia a terra. Il fuoco la circonda, raggiunge il proprio corpo e non riesce ad opporsi ad esso. La pelle sfrigola e rigetta dolore bollente. Il sangue, il proprio stesso sangue, le corrode le viscere. Istanti..lunghi quanto secoli. Oddio, il dolore...è..è insopportabile.
E non finirà. Perchè.. non può divenire cenere un'anima, per quanto essa sia nera, empia o dannata.
Ma non ha nemmeno più le forze per urlare. Rigetta un liquido scuro in quel buio illuminato solo dall'avvampare di quel rogo su di sè.
Lacrime di sangue? può ancora piangerle? L'inferno è anche questo, lacrime che mai cessano e scavano le guance, aggiungono bruciore alle pelle annerita dalle braci, e dal fumo. E in tutto ciò.. quella risata.
Non di scherno, oh no. E' così...schifosamente dolce.

Non posso. Lo sai anche tu.

Certo, lo sa. Ma non le impedisce il desiderare che quella voce sparisca. Perchè ascoltarla è anche più doloroso del fuoco.

E' inutile. Tutto ciò. E' sicura che la stia indicando. Tutto il dolore, questo patire. Inutile? No! Non può esserlo!
Cerca di esternarlo ma tutto ciò che proviene dalla gola è un rantolo, martoriato dall'eterna pena. No, non eterna. Finirà. E' già tornata in vita. Ha sconfitto la Morte, ha affrontato l'inferno.

... questo non significa che non l'abbia inseguita. E ogni giorno, a ogni alba, eccolo lì, che la trascina nel baratro.. che le ricorda, in ogni grido, in ogni goccia di sangue, in quel tormento, quanto sia folle un sacrificio se tutto ciò a cui porta è..

Sei Sola.
Già. Lo è. Ma non vuole darle ragione. No. Ian... capirà. L'ha fatto per lui. Ogni cosa è stata per loro.
Le unghie artigliano, vano è il tentare di trascinarsi via. Non riesce... non può fuggire. Può solo.. resistere. O provarci. Quanto, prima che ceda?
Scuote la testa, quel tanto che può. I muscoli del collo si arcuano in maniera talmente innaturale -persino per sè- che è difficile credere che la testa possa ancora restare attaccata al corpo.
E' lei che le solleva il viso. Lei. Parte del tormento. Subdolo boia del proprio inferno personale.

Ne è valsa davvero la pena?

Sente le sue dita affusolata penetrare nelle guance. Agonizza.
Dita così sottili, lo sa bene, sanno fare ancor più male. Digrigna i denti, poi li serra talmente che sono i propri stessi canini che si rendono partecipe della tortura: se li conficca nelle labbra, o quel che resta di esse. Sangue. Sangue e Dolore. Sangue, dolore e la sua voce.

Hai sempre cercato di lottare contro l'impossibile. E ancora eccoti qui... le sussurra .. a cercare di ottenere quanto non è tuo. Prosegue la voce. Carezza come il velluto, ma in un animo martoriato è ugualmente tagliante al pari di un rasoio affilato.
Te lo ricordi? Certo che lo ricordi.
E' vero, lo ricorda.
Cominciò tutto da lì..

La vede. Si rivede.

[Una bambina sola, su un prato oscuro in una notte così colma di stelle da essere ininfluente la presenza di torce per riuscire a scorgerne la sagoma. Fuori dalla tenuta dei Von Carstein sente di riuscire a respirare. Ironico, respirare. Non sa come si possa compiere, perchè non ne ha bisogno. Ma il paragone è calzante per ciò che sente. Rivede ancora innanzi a sè l'immagine che si è lasciata alle spalle. Una scena che si è sempre ripetuta dacchè ha compreso di esistere. Le bianche e delicate braccia della madre che cullano con amorevolezza un'altra bambina. Identica a sè. Ma diversa. Lei.. è la preferita. Lei, per i genitori, esiste realmente. Volge lo sguardo verso una delle finestre, e ancora il cuore si stringe. Lo sa. Sa che nessuno avrà preoccupazione del proprio aver eluso il divieto di uscire dalla cameretta. E' tutto concentrato su di lei. Jasmine. La dolce, fragile e remissiva Jasmine. Così accondiscendente da farle contorcere le viscere per il nervoso. La vede lì, oltre il vetro colorato della sala della musica. Esegue una sonata per il diletto della mamma che l'ascolta rapita, con uno sguardo che verso di sè non vedrà mai.
Sente il petto pesarle. Sente l'invidia, e la rabbia, accrescere il rancore verso l'innocente purezza della gemella. L'avrebbe amata, forse. Se le cose fosser andate diversamente, sì, magari avrebbe persino potuto riconoscersi così tanto in lei da avere complicità e una dolce tenerezza per la sorella. Ma in lei, Elenoire, non vede una sorella. Bensì una rivale. Una nemica che le sta togliendo tutto. Vorrebbe così tanto.. esternare un bisogno d'amore che è terribile a provarsi. Perchè lo sa. Sa che ne verrebbe scacciata. Non è dolce come Jasmine. Ha un carattere determinato, e ben cosciente di ciò che desidera. Non è remissiva come Jasmine. Non è da lei piegare il capo con mestizia e accondiscendere alla volontà altrui.
Lei non sarà mai così debole da dipendere dagli altri per essere felice. Questo si ripromette, con tutta la fermezza di un bambino il cui orgoglio è ferito, mutilato dall'indifferenza, dall'essere lasciato a sè stesso.
In quella notte sarebbe stata ancora lì, da sola, a piangere..per l'ultima volta. Sarebbe divenuta più forte, continuava a dirsi con rimprovero verso una naturale fragilità da innocente. Quella fragilità di sangue consumata in solitudine, lontana dagli occhi e dal biasimo di chi non li avrebbe mai compresi nè apprezzati come avrebbero meritato. La coltre cobalto del suo sguardo, scurita dall'odio, iniziò da lì il suo percorso di crescita verso l'appagamento di quella fame insaziabile di adorazione, d'amore.
Gli altri, decise, avrebbero sofferto per un suo abbraccio. Per un sorriso. Per una briciola di sentimento che mai, e poi mai, avrebbe donato ad alcuno se non a sè stessa.
]

Rivede quelle immagini come le rivivesse in quegli istanti. La solitudine che l'aveva ghermita da piccola. La voglia di essere amata puntualmente delusa e ferita. Perchè altro meritava amore, rispetto a sè. Non era.. nè dolce, nè remissiva, nè..pura. Eppure quanti dissero di amare la sua bellezza dannata? Quanti e ancor più immolarono la loro esistenza pur di averla?

Ma loro non volevano te, lo sai. Riprende la voce. E' il tuo potere che li ha sempre attirati. Sei abile nell'ingannarti, Elenoire. A dirti di riuscire a suscitare amore. Non credere che fosse la tua bellezza a stregarli, o le tue parole a sedurli. Il tuo potere..
Calca, una tranquillità persino innaturale sfocia dalla successiva constatazione.
..li rende tuoi schiavi. Senza di esso.. come credi che potrebbero mai apprezzare un essere corrotto, marcio, quale te quando... esiste così tanta bellezza, nel mondo, libera da ciò che tu non fai che distorcere e macchiare? Sei un veleno, uno splendido veleno che corrode e uccide tutto ciò che la circonda.

No! Non è così. Loro l'amavano! Lo vedeva, non era un inganno!

Ride, quella voce. La sua voce. Sebbene rigiri il proprio corpo con delicatezza, ogni movimento è atroce. Sono mille e più spilli che le trapassano la pelle. La tiene tra le braccia. Non riesce a scorgerla, a tanto il dolore arriva da renderla cieca. Ma nonostante questo è lucida. Terribilmente. Da sentire distintamente i polpastrelli che, tolti dalle ferite sul viso, scendono alle labbra seviziate, e poi giù. Lungo il collo piegato ad angolo, verso il petto che si alza e abbassa, non per il respiro, ma per la sofferenza.

Rifletti, Ele.. le suggerisce ..pensa alla tua vita. A come l'hai vissuta. Guardala, forse per la prima volta, come mai ti sei soffermata a riflettere su di essa. Perchè tu sai cosa vi avresti visto. E sai che non ti sarebbe affatto piaciuto.
E ancora..
La bambina che eri non è mai cresciuta. Sei ancora tu. Quella piccola, fragile, insulsa creatura. Pensa ai tuoi amanti. Pensa ai loro volti. Quanti di essi ti sei dilettata a far disperare? Quanti di loro.. hanno inziato il calvario verso di te solo per averti detestata?

Ha...ragione. Questo non riesce a smentirlo, nemmeno tramite il pensiero. E' solo per determinazione se, però, di questa realtà crudele lei tenta di serbare solo quanto è meglio per il proprio esistere.
Ma quella voce. La sua voce.. non mente. Ha sempre cercato l'amore laddove non poteve esistere amore, per sè. Nei genitori, troppo presi da Jasmine. Nei cacciatori, che l'odiavano per la propria natura abominevole. In ogni uomo che rivedesse in sè una nemica, un ostacolo, un Male.

Primo fra tutti..

Già..
Deve averle letto il pensiero
Ian, vero? E' a lui che pensi, ogni volta che torni qui da me.

Esatto. Ian. Non riesce ad avere altro pensiero, specialmente lì. Nell'inferno che ha attraversato, ed attraversa, per uno sciocco sogno sentimentale.
Eppure.. che non può fare a meno di desiderare. Anche quando tutto ciò la sta..

Distruggendo. Dice, lei. Sì, Elenoire. Rammenti cosa ti eri ripromessa da bambina?

Vorrebbe non farlo, ma ecco che quel giuramento si ripercuote in un'eco che l'avvolge e la stritola. Grida. Dovrebbe farlo. In realtà è solo un aprire le labbra e sforzare le corde vocali. Brucia così tanto. Fatelo smettere!
[Gli altri, decise, avrebbero sofferto per un suo abbraccio. Per un sorriso. Per una briciola di sentimento che mai, e poi mai, avrebbe donato ad alcuno se non a sè stessa]
Sussulta per i brividi che le percorrono il corpo, anche solo la voce vicina la pelle la fa gemere per il male.
Tu lo sai.. che ti sta lasciando. Che tutto questo non è servito a niente se non a perderlo. Quando ti deciderai a riconoscerlo?

NO! Mai! Si appartengono, Ian è suo. E' il proprio amore, non può lasciarla. Non può essere vero! E' una menzogna, tutta una bugia per..

Per cosa?
e l'interesse nell'informarsi appare persino sincero Sta Cambiando. Lo sai. Le dice, e per quanto vorrebbe non riconoscerlo è purtroppo una realtà che la raggiunge e le infligge male. Tu non sarai mai la sua felicità.. non sei..

Esita. Perchè?

Perchè la risposta la sa benissimo. Non è... umana. Non è fragile. Non è pura. Nè potrà mai esserlo perchè quanto è..non l'ha mai rinnegato. Ma ci crede, vuole crederci, che possa esistere chi la ama per ciò che è. Specialmente per ciò che è.
Perchè non dovrebbe essere così? cosa c'è di sbagliato?

Gli hai strappato il cuore, Elenoire. Lo hai sempre fatto con tutti, non meno con Ian. L'hai tolto alla sua umanità, a quanto aveva di prezioso e caro. L'hai contaminato, ne hai corrotto lo spirito, gli ideali in cui credeva. Tutto ciò che amava e che, dopo la tua morte, ha riscoperto di provare..

No. Non vuole guardare. Non ancora. Non di nuovo. Tenta strenuamente di opporsi, eppure eccoli lì. L'inferno non conosce pietà. Le suppliche non possono niente. Trova le tue debolezze, le rigira. E ti annienta.
Poi ti ricompone.. solo per spezzarti di nuovo, con ancora più ferocia.
Sta.. impazzendo.

Lo rivede. Si rivede.
Ogni immagine, un frammento di Shadows. Il proprio ritorno. La Cacciatrice. La coscienza che il suo cuore fosse ormai perduto, frantumato dal rancore che l'uomo che ama le inveiva contro. La lotta, per riaverlo. Il dolore. La paura di perderlo.

Avete attraversato un breve periodo di pace
. Questo le ricorda, la voce. Credevi di aver trionfato ma.. quanto è durato? Quanto prima che iniziasse ad allontanarsi e a mentirti?

Poco. Troppo... poco. Un battito di ciglia. E la promessa di non farla soffrire che venne meno. L'inferno tornò a sè. E non ci fu più spazio per la gioia.
Solo il dolore. Solo l'inferno a stringerla, per ricordarle che non puoi sfidare la morte e pretendere di vincere su di essa. Non senza un prezzo. Ma il prezzo che le viene esposto da lungo tempo.. non è affatto disposta a pagarlo. Non se significherà perdere..Lui.

Non saresti dovuta tornare, Elenoire

Ancora una volta con tono conciliante, ella non manca di sottolinearlo.
Non appartieni più a questo mondo. Ian stesso non ti appartiene più.
Glielo nega, ancora una volta. Ma agitarsi è tanto vano quanto pregno di sofferenza. Mentale e fisica.
La sua vita stava andando avanti, anche senza di te.
Questo vuole riconoscerlo anche meno. Ci sono..così tante persone, e affetti, che ha compiuto fuori da sè stessa che è inevitabile per lei la cognizione che.. glielo porteranno via. Perchè non era previsto che sarebbe tornata. Nessuno poteva saperlo, tranne lei. Un segreto che l'inferno ha custodito per ben 25 anni. E in cui per 25 anni è stata torturata senza pietà.
Perchè al di fuori di sè ha ritrovato quanto lei.. gli aveva tolto. L'umanità.
Persino ora..perchè credi che lui esiti tanto? Perchè nella sua casa c'è quella ragazzina invece che tu, colei che diceva di voler per sempre amare e proteggere. Chi è, ora, che lui sta amando e proteggendo?
Sono troppe domande da sopportare. Ognuna con un'essenziale verità che poggia sulle peggiori paure di Elenoire. Lei lo sa. E quindi infierisce ancora. Con dolcezza.
Mentre tu.. le dice, scorrendo le dita tra quanto resta dei capelli ormai in gran parte bruciati ..non puoi andare avanti, senza di lui.
Chiudere gli occhi non basta per negarsi la vista di quelle terribili immagini. Ian con in braccio la ragazza dai capelli rossi. Il suo fare protettivo. Il suo prendere tempo. Il restarle comunque lontano, perchè..
Tu non sei abbastanza, per lui. Decreta la voce. Tu non potrai mai essere niente più che un cancro che ricorderà di doversi estirpare di dosso.
Dai capelli, ancora la mano della voce torna al petto.
Ricorderà che è agli umani e il suo sangue che lui protegge. Che è la purezza e l'innocenza che desidera. E sarà lui..
Sfocia l'inizio di un nuovo grido, strozzato. La mano preme così tanto sulla pelle che la incide con le unghie. Si crea un varco, e le dita affondano facilmente nella cassa toracica.
..a riportarti da me. E allora..
Sente qualcosa di gelido premersi contro le proprie labbra, e ciò le impedisce di urlare.
Staremo di nuovo insieme, per sempre. Qui, dove nessuno potrà più salvarti, nè amarti..cara sorella

Si conclude come a ogni tramonto. Il dolore che raggiunge il culmine, il suono della carne che viene lacerata e strappata. E la coscienza che in quella mano pallida, identica alla propria, giace inerme quel che resta del proprio freddo cuore morto.

******************************



Riprende coscienza di sè con la sensazione di qualcosa di liquido che le cola lungo il viso, e il profumo di sangue che invade la stanza. E ne diviene sorpresa quando mette a fuoco di non essere più nel letto, ove si era stesa per il sonno diurno. Bensì inginocchiata, innanzi alla specchiera. Si sfiora le guance. Avverte la pelle rimarginarsi e tornare intatta. Distanziando i polpastrelli li scorge bagnati di sangue che, poi, si porta alle labbra. Cosa... le è successo?
Non vi è nessuno in casa con lei, come sempre da quando ha lasciato la casa di Ian. Solo il silenzio che l'attornia è stato testimone di qualcosa che lei non può realizzare. Indaga il proprio corpo. Le ferite sono varie. Superficiali, ma varie. Come.. si fosse graffiata durante il sonno.
... Possibile? Non ha mai udito di sonnambulismo vampirico. E, in questo caso, dovrebbe ringraziare di non essersi esposta al sole. Le sale un brivido lungo la spina dorsale al solo pensarlo, ed è facile sensazione quando postuma agli incubi che si fanno ogni giorno più concreti e.. reali, a quanto pare.
Si scrolla quella sensazione di dosso. Lo specchio riflette la stanza, e non le permette di scorgere niente del proprio corpo. Ma l'immaginazione è un'arma potente, specialmente quando sei una personalità critica. Si immagina stravolta. I capelli in disordine, lo sguardo perso, i tremiti che pur cercando di sopprimerli testimoniano l'orrore passato. E figurarsi così, fragile, sperduta, non le piace. Non è questa Elenoire. Non è più una bambina. Non è.. debole.
Si alza in piedi, l'incertezza muta gradualmente in determinazione, e finisce per dirigersi dritta nel bagno attiguo alla camera padronale. Il getto dell'acqua nella doccia viene messo al massimo del calore, anche se è conscia che non sentirà minimanente la temperatura mutare. Gelida è la vita di un vampiro, nessun calore è contemplato, nemmeno quello confortante dell'acqua calda, in grado di ristorare la mente, il corpo, i ricordi.. da ogni tremito.
Sì, tornerà sè stessa. Basta poco per dirselo. Una doccia, in fondo, è un piccolo piacere che dovrebbe allontanare ogni bruttura nel coccolarsi con questo rituale.
Si insapona più volte, passa poi la spugna lungo le braccia, il ventre, e le lunghe gambe. Anche ai capelli presta molta cura, poco dopo. Ma ogni istante e i gesti, da lenti e curati, si fanno più sbrigativi. Una smania le scorre nel sangue, la necessità di andare fuori da quella casa è persino un'urgenza, ad un tratto.
Forse è il silenzio. E'.. troppo. La solitudine di quella casa è pesante, sempre più. Potrebbe richiamare Xavier, un semplice desiderio e la propria creatura la raggiungerebbe senza esitare un secondo dalla veglia. Eppure sa.. che non è di lui che ha bisogno. Si astiene, per cui, e uscita dalla doccia termina la propria preparazione. Sceglie l'abito per uscire, asciuga i capelli dopo averli frizionati e spazzolati dolcemente.
Sembra che tutto ciò riesca a contribuire a quietarla. Si dà persino della sciocca. Solo..incubi. Quell'inferno non è altro. Non sarà mai altro.
...o no?
Le parole udite in quel sogno, in realtà, macerano e macerano in sè. Ma deve confidare su quanto è pressochè una certezza: le parole in esso sono ingannevoli, e non veritiere. L'inferno, in fondo, mira proprio a far vacillare. E non cadrà in quella trappola, vuole credervi. Ormai è pronta per andarsene. Giusto un ultimo colpo di spazzola, per vezzo.
Come ti ho detto, sei brava a ingannarti Elenoire.
Presa di sorpresa, trasale visibilmente e, allarmata, si guarda attorno nella camera. La..voce. L'ha..sentita?
Non è possibile, si dice. Passeggia pure per la camera, ma niente viene individuato di anormale. Nessuna percezione le rimanda che un estraneo si sia introdotto furtivamente. La mente..fa strani scherzi. Si rimprovera di smetterla di lasciarsi condizionare. Va bene. Va.. tutto bene.
..Se escludiamo il tuo illuderti.
Questa volta ne è certa! Ha intravisto qualcosa, con la coda dell'occhio. Il reagire è immediato, istintivo.
In direzione del movimento, fulminea, lancia la spazzola che, però, non colpisce niente se non..lo specchio. Assiste all'infrangersi del riflesso in mille frammenti. Tuttavia, per pochi attimi prima dello sgretolarsi...vede...

..Sè stessa? O...Lei?

No, è impossibile. Razionalmente non è possibile!

Resta a guardare i pezzi della specchiera sul pavimento, ancora shockata dalla cosa. Incredula, più che altro. Non le è mai..successo qualcosa del genere.
Uscire. Deve..andarsene da quella casa.
Ma per andare dove? Le viene solo un luogo in mente, e non fa altro che seguire l'istinto del momento.

Avrebbe fatto meglio a rifletterci.

******************************



Il suono della sua risata la sta tenendo bloccata. Lì, fuori dalla casa, a cui è accorsa in fretta e furia. Il primo luogo che ha pensato. L'unico dove vorrebbe rifugio.
E anche l'unico in cui sente..di non potere entrare, ora che è che è la ragione -e non il cuore- a dettare legge.
Ha giusto il pensiero di ricorrere all'invisibilità, sebbene la concentrazione per sfruttare il potere sia tutt'altro che salda. Perchè è.. terribile, quanto vede.
Forse.. non si è davvero svegliata. Forse..è ancora all'inferno, e lui sta giocando una volta di più con la propria mente.
E' una notte priva di stelle, questa di Shadows. La nebbia si innalza lenta ma inarrestabile a rendere i contorni di quanto vede ancora più tetri, cupi. Esattamente come i propri occhi, e il loro blu tenebroso che si inabissa ogni momento di più.

[Una donna sola, sul prato di una villa che era riuscita a chiamare *casa*, in una notte così buia e priva di stelle che nessuna luce potrebbe mai giungere a illuminarne la figura, celata dalla protezione del proprio potere. Fuori di lì si sente soffocare. Ironico, soffocare. Non sa cosa possa significare perchè nemmeno può respirare. Come può quindi sentire i polmoni bloccarsi. E l'aria? Come può, l'aria, mancarle così tanto benchè sia all'aperto? Ma il paragone è calzante per ciò che sente. Non riesce a far altro che guardare la scena innanzi a sè. Una scena che nei suoi incubi ha visto tante, e tante, e tante volte dacchè aveva accettato, in nome della libertà, di versare sangue e dolore un pegno d'amore. Un sacrificio, per realizzare un fragile sogno di felicità. Le forti braccia di lui che trattengono con dolcezza una donna che non è lei, seduta sulle sue ginocchia. Si lascia baciare, da quelle labbra che, con la scusa dell'innocenza, violano quanto le appartiene. Lui la tiene come una principessina. Così diversa da sè. Lei.. lo fa sorridere. Lo vede tranquillo come non ricorda da..troppo tempo. Lei, per Ian, esiste. E' una felicità concreta. Una felicità.. migliore? Non vuole crederlo. Non vuole! Guarda ancora oltre la finestra, nel calore di quella scena, e il cuore le si stringe. E' tutto concentrato su di lei. Evangeline. La dolce, umana, fragile Evangeline. Così accondiscendente, graziosa, da farle contorcere le viscere per il nervoso. Ogni loro contatto, la uccide. La vede lì, così serena, oltre il vetro colorato del salone principale mentre conversa senza darsi peso di nulla. E Ian l'ascolta rapito, con uno sguardo.. che non potrà vedere mai verso di sè.
Sente il petto pesarle. Sente l'invidia, e la rabbia, accrescere il rancore verso l'innocente purezza della fanciulla. Avrebbe potuto amarla? Non vuole darsi risposta. In lei, Elenoire non vede un'innocente. Bensì una rivale. Una nemica che le sta togliendo l'uomo che ama. Vorrebbe così tanto.. esternare un bisogno d'amore che è terribile a provarsi. Ian è..tutto ciò che ha, come osa quell'umana? La mente si riempie di immagini cruente, in cui si vede entrare di forza nell'abitazione, e bere senza sosta da quel collo fino a spezzarlo. Ma non lo farà perchè..come aveva detto lui? Ha promesso di proteggerla, Evangeline. Anche da sè. A discapito di sè. E finiranno per uccidersi. Se un tempo aveva affrontato una Cacciatrice pur di non vederla morire di nuovo..ora non è più sicura chi sia, la donna che lui difenderebbe al di sopra di ogni pericolo. O meglio..lo realizza, ma quanto sa non è altro se non...umiliante. Non è dolce come Evangeline. Ha un carattere geloso, e possessivo, perchè tanto ha perduto e tanto ama con un sentimento tanto totalitario, ed esclusivo, da essere pericoloso, ed insano. Non è genuina e accondiscendente come Evangeline. Ha dato tempo, fin troppo. Ha implorato che si rispettasse il proprio cuore. Non è umana, nè innocente, come la cucciola che lui prosegue a coccolare. Perchè la propria vita, il proprio mondo, è questo. E' violento, spesso orribile, inadatto agli umani. Un mondo dove affidare il proprio cuore non significa raggiungere la felicità. Ma divenire deboli e soggiogati da un sentimento che non dovrebbe provare.
Un tempo si era promessa, il non essere così debole da dipendere dagli altri per realizzare la propria felicità. E..ha fallito. Vorrebbe tornare a prometterselo, ma sa che questo è inutile. Perchè ormai questo sentimento..l'ha contaminata. L'ha corrotta..con un cuore ferito, mutilato dall'indifferenza, dall'essere lasciato nuovamente..solo a sè stesso. Proprio come quello della bambina che, secoli addietro, era stata]

Lo vedi, ora?
Ha la sensazione di due braccia che le cingono le spalle. Così fredde da essere glaciali persino per sè. Non si chiede come possa averla trovata, anche se invisibile. Lo sta.. capendo. Sta giungendo alla realizzazione di quanto il cuore le suggerisce da diverso tempo.
Non avrà.. scampo.
Annuisce. Lentamente. E finalmente riesce a distogliere lo sguardo, per incamminarsi altrove. Dove? non ha importanza. Non più di quanto ne avesse ieri, o il giorno ancora prima, o la settimana precedente. L'inferno sarà di nuovo lì, in ogni luogo, pronto ad accogliere il proprio dolore. Quello inconfessabile, nascosto.
Non scendono lacrime sul suo viso, anche se la voglia di piangere vi è.

Dovresti lasciarlo andare, Elenoire.
Quella frase le fa fermare di nuovo il passo, colpita così forte dalla forza di quelle poche parole da esserne sbigottita. China il viso.
Lasciarlo.. andare?
Stringe i pugni. Incapace di proferire parola. Sta..delirando, non vi è altra soluzione.
Lei non è lì. Non le sta parlando. Eppure..
"Io non.. posso.." sussurra, flebile. Non riesce a concepire di..lasciarlo. E dove la sta conducendo tutto ciò? Alla follia.
Sente il bisogno sviscerale di reagire. Fosse anche illusione, ma deve togliersi di dosso il senso di fallimento.
Verso il parco la conducono i suoi passi. Il lago, è ciò che ricerca.
Ed è lì che si sfogherà la sua violenza, lo spasmo disperato di un cuore che ama senza riuscire a esserne felice. Senza conoscere ebbrezza, o gioia, per due mondi che stanno tornando a scindersi di netto e si scontrano senza trovare altro che dolore tra loro.

Se solo non avesse avuto tutti questi pensieri, questo peso, quando innanzi a sè, come un segno del destino, si è trovata a fronteggiare la sua ira una degli umani che, dell'odio verso la sua razza, hanno fatto una santa crociata.

Se solo non avesse.....


Perderai, Elenoire

Continua a ripeterlo, con quella voce così tranquilla. Odiosa.

Identica.

Sarebbe bello avere ancora la forza di smentirla.



[Il post è molto delirante, me ne rendo conto, ma è rappresentativo di quanto vive attualmente Elenoire. Giusto perchè non ci mancavano i personaggi che scivolano nelle psicosi. A seguito di questo evento, Elenoire ha affrontato al parco niente di meno che la cara Lethifer. Ahimè, lo stato già di per sè poco lucido della vampira non le ha giovato affatto ma, per fortuna di Elenoire, Xavier è stato rapido a trarla in salvo quando, ferita gravemente dalla Cacciatrice, era stata lasciata ad agonizzare in attesa che il sole, prossimo a sorgere, potesse finire il lavoro. Il post si svolge giusto qualche sera fa.]


Edited by *LadYuna* - 26/11/2012, 02:00
view post Posted: 12/11/2012, 17:59 Elenoire - LadYuna's Diaries
La notte volge a essere ormai prossima all'alba.
Un'altra notte, un altro sonno diurno da passare coi pensieri a renderlo tutt'altro che ristoratore.
Indugia ancora nella vasca, il capo abbandonato all'indietro, dal bordo. Sembra l'immagine del relax, in quell'acqua profumata dai petali di differenti tonalità di rose. Tanti petali ed un colore per ogni sentimento, ed emozione, che ha ricalcato in queste ore e nelle scorse settimane. Sembrare, apparenza.. sta tornando ad essere l'abitudine. Una seccatura. Ma per quanto tale, è certa che questa sia la necessità come una fiera è altrettanto certa che la violenza sia la miglior reazione a una minaccia.
In effetti.. la minaccia si stagliava concreta innanzi a sè, su un tappeto di omissioni e di parole ingannevoli. Poteva ancora fingere e restare sorda allo strazio che l'attanagliava? No. Che quel dolore non sia cessato, poi, è un dettaglio come un altro, o tale lo vuole catalogare. Si stanca facilmente, quando tutto giunge a logorare la propria serenità. E se qualcosa la esime dall'abbandonare la lucidità razionale in favore della furia poco prima espressa..molto si deve a quella presenza discreta, fidata, che è tornata a ricongiungersi a sè. Il sorriso sulle labbra si attenua giusto un poco, poichè di tante maschere che si possono portare, quella "indistruttibile" diviene pesante ogni giorno di più. E l'orgoglio è sempre lì, pronto a dirle ancora una volta che dovrà svegliarsi l'indomani e indossarla ancora più fermamente. Perchè non è proprio l'errore, dunque può reagire ma non cedere. Questo mai. Anche se è l'amore quello che ti vuole suggerire una resa pur di smetterla di avvertire il vuoto che ti circonda. La passione non può, nè deve, accecarla da accettare compromessi.
Si immerge nell'acqua per tanto tempo. Se fosse umana, se avesse necessità di respirare, sarebbe ben oltre il limite dell'annegamento. Ma le piace. Lì, sotto l'acqua, stretta a sè stessa..il mondo è meno terribile. E' saparata da tutto ciò che la fa sentire..fragile. Quanto detesta quell'aggettivo. Ed è ancora una volta una sensazione che la richiama al mondo. Di quelle piacevoli, che preannunciano una presenza molto gradita. Già.. ritrovare Xavier, quanto è stato provvidenziale in questi momenti tanto bui. Emerge, quindi, passando poi le mani sul viso per allontanare l'acqua in eccesso e lisciare indietro i capelli. Torna ad appoggiarsi al bordo, col viso che è rivolto all'ingresso del bagno. Protende una mano, a richiamo della propria creatura, del proprio figlio nel legame oscuro della Notte.
"Xavier..avvicinati..." Lo invita, con dolcezza.
Sapeva che era lì da un pò. Silenzioso, paziente e.. consapevole che sarebbe giunto il momento in cui l'avrebbe chiamato. Impeccabile, sempre pronto. Si accosta alla vasca senza imbarazzo -poichè non esiste tra loro- e si siede per terra. I suoi occhi verdi che la guardano, luminosi. Attendono solo di renderla felice. Ma non sono i Suoi occhi. Quelli da cui avrebbe voluto quello sguardo. Come li ricorda? Bellissimi, ma colpevoli. Colpevoli di averla tradita, ed ingannata. Nemmeno fosse stata un ornamento nella casa in cui avrebbero dovuto coronare il loro amore.
"Eccomi, Elenoire. A tua completa disposizione" Sì. Lo sa che Xavier non sarebbe niente di meno che questo.
Il sentirsi rinfrancata dalle sue parole giunge tardivo, ma giunge. Perchè le sue parole non sono un inganno. E nemmeno frutto di un ordine da sè impartito. Xavier desidera solo il proprio benessere, al di sopra di ogni egoismo. Un filo che la salva dalla follia, forse. Una presenza stabile in cui ripone fiducia sincera.
I suoi capelli.. li ha sempre adorati. Si distrae facilmente dal pensare quando ha modo di passare le dita tra le ciocche folte e morbide. Ed è quello che compie, leziosa. Ha riflettuto, e per questa notte ha preso una decisione. Prima che il sole possa sorgere, ha diverse richieste che devono venire soddisfatte.
"Desidero che tu stia con me, durante questo sonno diurno."
Sa che, diversamente da questo proprio dire, Xavier avrebbe preso la propria strada, e avrebbe trovato una propria sistemazione. Glielo lascerà fare. Ma da domani. Stanotte..
" Non voglio stare da sola.." Ammette come fosse un vezzo, piuttosto che una necessità dettata dal dolore.
Non lo tollera più.
Sentire il letto vuoto, senza nessuno a tenerla stretta durante gli incubi. Oh, erano cessati mentre stava con Ian. E adesso che l'ha lasciato, pur con tutte le ragioni, sono tornati ancora più terribili e vividi che a stento riesce a distinguerli dalla realtà se non quando, più stanca di prima, si ridesta dopo il tramonto.
Ha bisogno di tregua, da quelle immagini terribili. Ha bisogno di credere di poter riacquistare tranquillità, anche se il dolore non l'abbandona mai.
E Xavier tutto questo può darglielo. Ma non è Lui. Non potrà mai esserlo. Nessuno può accostarsi a ciò che il suo cuore associa ad Ian. Il suo più grande dolore. E il proprio unico amore.
Assurdo e.. spietato. Lo è tutto ciò che è avvenuto tra loro. E' crudele che l'Amore, che con tanta fatica ha realizzato di provare secoli fa, la stia condannando all'inferno. Lei e la sofferenza non sono mai riuscite a sopportarsi. E l'aveva persino giurato, Ian, che mai più avrebbe permesso che le sue azioni la facessero soffrire. Già.. una delle tante menzogne. Semplicemente troppo...di tutto.
Troppo Amore, troppo Dolore. E sa che è altrettanto impossibile liberarsi di uno senza sacrificare l'altro. Non vuole rinunciare all'amore di Ian. Ma proprio da un atto severo può finalmente realizzarsi il compagno perfetto. O la propria fine. Si riscopre incredula di pensare persino questo.
Si solleva quindi dalla vasca, salvo coprire il corpo nudo con un telo bianco. Non è pudore, quanto la muove a questo gesto. Ma la stessa ragione per cui ogni uomo che tenti di volerla possedere -pur per causa del proprio potere - termina con il terrore nello sguardo e il divenire la propria cena. Senza pietà, nè dilemmi, ella sa che soltanto un uomo dovrebbe poter meritare di vedere o anche solo sfiorare il proprio corpo. E' per Lui che è tornata, in fondo...
Eppure..
"Mi dicevi di averlo incontrato al tuo arrivo.." Gira che ti rigira, ecco che l'argomento cade ancora su Ian. E lo fa con una naturalezza che la rende insofferente poichè sintomo di quanto sia profonda l'ossessione per Lui. Scuote il capo, dandosi mentalmente della sciocca. Non dovrebbe essere così debole, eppure non riesce a frenarsi dal parlare, dal confidarsi senza riserve con il proprio Xavier, ora che può farlo.
Deve ammetterlo, ancora "..Avrei preferito che fosse avvenuto in un altro momento"
Quando erano felici. Quando non era tutto rovinato, e non ne era distrutta, ma orgogliosa. Tutte le speranze che aveva, Ian gliele ha strappate sul nascere. Sogni soffocati dalle lacrime e dall'astio per i suoi perpetrati silenzi in cui le ha nascosto troppo. L'ha volutamente allontanata da sè molto prima che lei prendesse la decisione di andarsene dalla sua casa.
"..sono cambiate...tante cose"
Rispetto ai tempi in cui gli scrisse la lettera. Tanto.. era diverso. Ian, sè stessa, il mondo in cui vivevano. Ne ha.. una sottile nostalgia. A quel tempo era certa che niente avrebbe potuto dividerli, nemmeno la Morte avrebbe potuto tanto. Già..la realtà ha narrato tutt'altra storia. La morte è stato solo l'inizio della fine.. per tutto ciò che avrebbe voluto costruire. Non si permette altro indugio, e sorridendo amabile accetta l'aiuto che Xavier le porge per uscire dalla vasca. E' solo un sfiorarsi delle loro mani, nemmeno un vero appoggiarsi a lui. Un contatto effimero, fatto per il piacere di sentirlo, quell'appoggio, ma non marcato da sostenerla. Sembra quasi accetti il danzare con lui, piuttosto che un galante gesto atto a sostenerla.
Lo conduce in una stanza ben precisa, tenendogli ancora la mano. La camera da letto.
Il precedente proprietario aveva buon gusto, tranne quello di credere che in quella stanza avrebbe trovato la voluttà che il proprio profumo promette a colore che ne odorano l'essenza dolce, seduttiva.
Per il prossimo giorno questa camera sarà luogo del proprio tormentato chiudersi nel gelido sonno dei non morti. La maledizione della propria genìa la farà cadere in quello stato in cui nessuno potrà liberarla dall'Inferno che l'avvolgerà se non la Notte, quando tornerà a destarla. Anche se a quell'Inferno non potrà sfuggire comunque. Come può chiamarsi, in fondo questa solitudine se non *inferno*? Come denominare altrimenti l'insoddisfazione, il sentirsi vuota, e il non sapersi dar pace nemmeno compiendo quelle cose che un tempo la rendevano tanto paga di sè stessa? Inferno, nel riposo e nella veglia. Ecco il dono che l'Amore le lascia per aver creduto di poterlo afferrare e vivere. Forse allora è davvero reale: i vampiri come lei non possono venire toccati dall'Amore. Esso si distorce, consuma, logora ogni facoltà. Gli umani, da questo punto di vista, sono davvero fortunati. La loro mortalità porta via ogni affanno, e pena, a cui questo sentimento conduce. Che dire di quelli come sè? Che dire di quelli che in eterno portano questa cicatrice?
Che dire di quelli che, toccati da questo sentimento, sentono di non poterne fare a meno e, al contempo, la violenza continua a reclamare il loro agire, il difendere con orgoglio la propria indipendenza, perchè la fiducia tradita è una macchia che insozza il proprio spirito, già ferito?
Il sorriso si estingue sul viso della vampira. Il blu degli occhi diviene cupo, e non termina d'esser tale neppure quando si siede innanzi alla grande specchiera. Non esiste riflesso che possa mostrare il proprio corpo, nè quello di Xavier. Eppure sono lì, entrambi. E allo stesso tempo..il vuoto che il riflesso associa alla stanza.. non può che sentirlo vicino a sè. Pregio e lusso, così bello a vedersi. Ma non vi è sentimento in quella camera. E persino Elenoire può dire di sentirlo che ciò..rende quella camera in cui si trova..nient'altro che spoglia, ancora più vuota. E fredda.
"Forse può esistere modo per volgere a nostro favore questo cambiamento" Le suggerisce il fidato Xavier. Le posa delicato le mani sulle spalle, e il corpo risponde rilassandosi quel poco da ringraziarlo di questa accortezza nei propri riguardi. E' così tesa, ormai. Marmorea come una statua.
Gli porge la spazzola poco dopo, affinchè inizi a compiere questa piacevole routine che era loro. Non vi mette mai forza, Xavier ha sempre cura di non farle male anche sapendo che non è certo un tirare più sentito della spazzola che può nuocerle. A volte lei stessa giunge a mettere in dubbio che sia realmente un uomo, questo modo così grazioso in ogni atteggiarsi è così..prettamente femminile. Sarà questo che lo rende così..diverso rispetto a tanti altri che ha vampirizzato e poi ha distrutto. E' come..la sorella che a suo tempo rifiutò di possedere. Con la differenza che la sua remissività felina non la metterà mai in ombra. Anzi..la fa splendere ancora di più, pure nei propri momenti neri.
" Sì, forse c'è.." Concorda ocn lui. Può farlo, deve riuscire a ottenere anche questo. Quanto è vero che il proprio nome è Elenoire. "..la realtà, Xavier.." prosegue, socchiudendo gli occhi di piacere a ogni colpo leggero di spazzola "..è che stargli lontana..mi uccide. Non lo sopporto. Eppure.." Già. Eppure..
"E' ciò che è giusto fare. Deve crescere, assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Non era così vile, prima.." si frena dal riportare a parole ancora la propria Morte. Evita accuratamente di farlo "Ero tutto per lui.."
Ero. Usa il passato. Perchè ora non ne è più così certa. E' un tarlo che non si è assopito mai. Il tenerle nascosto l'annuncio di quella Emaline. La notte con Callisto. E quanto altro potrà scoprire se scava ancora? c'è altro? altro che può ferirla?
Non vede l'espressione di Xavier, ma può immaginarla. E' persino più dispiaciuto lui che sè di tutta questa situazione, poichè capisce quanto sia a pezzi. Anche e soprattutto quando si mostra forte.
"Mi manca, terribilmente" sussurra, serrando le labbra "..ma ha sbagliato. E deve pagare. Deve meritare il mio perdono. Se mi ama davvero..deve capirlo. NOn dovrebbero esserci segreti, nè dubbi, su chi sia l'unica persona che lui dovrebbe voler vedere felice"
Tuttavia, tutta questa fermazza le costa. Costa caro, lo dimostrano gli incubi sempre più forti e spaventosi. Lo dimostra il timore che non rivela. La possibilità, tutt'altro che non valutata, che lui infine non riesca a comprendere il proprio intento e.. che questa distanza, questa separazione, divenga più definitiva di quanto non vorrebbe.
"Conosci meglio di me il suo cuore e la sua ostinazione, Elenoire" la invita a pensare anche a questo, Xavier. Già, è vero. Ian è davvero molto ostinato. Fu un percorso arduo tramutare l'odio verso di sè nell'amore che poi giunse a farlo persino andare in Olanda, così come le ha svelato il padre, per chiedere la propria mano.
Senza pensarci, e accorgendosene quindi in ritardo, stava giusto carezzando il dito dove settimane fa vi era un anello. Quello di cui le aveva fatto dono e che lei aveva lasciato nella casa di Ian, assieme al proprio cuore e alla propria disperazione.
"Potrebbe reputare il tuo allontanamento come un abbandono. In fondo l'hai detto tu stessa.. Deve crescere. E noi non abbiamo certezza che lo faccia da solo"
Come sempre Xavier afferra il punto della situazione perfettamente. Gli fa cenno di smettere di spazzolarle i capelli e, ruotando sullo scranno, si gira verso di lui. Negli occhi della vampira non si cela, questa volta, la preoccupazione. Ma ad essa si accompagna anche la volontà, quella che poi sfocia in un sorriso sottile.
Appoggia la mano al suo braccio.
"Io non lo abbandonerei mai, Xavier. Io e lui siamo legati, e lo siamo in eterno. Che sia l'amore o la sofferenza a stringerci l'uno verso l'altra, non muta che Ian è mio"
Non ha il significato possessivo che si potrebbe avere per un giocattolo, o un oggetto. Vi è di più in questo, che non viene menzionato. Non lo farà stasera, non è questo il momento e, specialmente, anche se Xavier è il proprio miglior confidente, ciò non significa che quelle parole, quelle che sente nella gola, possano essere ascoltate dal vampiro. Non sono per lui. Non è per Xavier nè nessun altro il proprio Amore. Anche se questo significherà distruzione e sangue.
Si dirige verso il letto e, stesa su questo, lo invita a raggiungerlo. Non ricerca la seduzione, solo il suo abbraccio fraterno, il rompere questo masochistico esser sola a deprimersi e macerarsi nel proprio orgoglio offeso.
Gli occhi si fanno subito pesanti quando Xavier la raggiunge e la tiene stretta contro il proprio petto, e le carezza con lentezza i lunghi capelli scuri, ancora umidi. Un gesto che ricambia sempre più stancamente. L'alba è ormai vicina.

Non è ancora tempo di arrendersi, questo si ripromette sull'onda dell'ultimo pensiero lucido che possiede. Quello straziante del proprio amore, di due occhi verdi smeraldo, fin troppo lontani da sè..che nemmeno nel riposo sa che potrà raggiungere.

Edited by *LadYuna* - 12/11/2012, 18:33
view post Posted: 2/11/2012, 13:36 Anastasia - LadYuna's Diaries
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